All'Italia
Italia, magnificente paese! Traduzione di Clemente Rebora |
Cosa vi e'
in Italia di cosi bello che tanto attira
Dell'Italia si parla con un sorriso, con interiezioni, con punti esclamativi. Nel suo stesso nome c'e' qualcosa di affascinante, come nei nomi delle sue citta': Venezia, Firenze, Napoli, Roma .Nessuno vi spieghera' che cosa precisamente v'e' in essa di cosi bello che tanto attira a lei lo straniero. Le sue bellezze naturali, forse troppo carezzevoli e ben pettinate, e le rocce delle rive abbastanza uniformi, le sue stazioni termali sono, a volte, addirittura repellenti; estremamente scomodi i suoi mezzi di trasporto che sempre si riflettono sui nervi del viaggiatore. E tuttavia, essa fu e rimane un paese bellissimo, sul quale si e' accumulata la liberalita' del sole e il particolare sorriso della noncurante natura dell'artista. Essa e' dotata al massimo grado, e per l'esuberanza dei doni e' pronta a farne parte a chi domandi: all'artista nuovi toni e colori, allo scrittore sensibile stati d'animo, allo storico quadri vivi dei secoli passati, al cantante una gamma di suoni e il sottile ricamo di melodie leggere, all'osservatore della vita contemporanea tutto un caleidoscopio di stratificazioni economiche e politiche, un'allegra esposizione di inizi sociali e di ardite, originali iniziative, al viandante stanco il riposo, il rifugio, il saluto, l'ospitalita', il calore, l'affettuosa cordialita' che e' sparsa in modo invisibile dappertutto - nel verde degli alberi, nell'azzurro del cielo, nei recessi dello spirito popolare Osorgin Michail Andreevic, Schizzi dell'Italia contemporanea. Mosca, 1913. In Ettore Lo Gatto, Scrittori russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 242. |
La Bella Italia
Da tempo immemorabile l'Italia e' considerata il paese degli artisti,
la terra promessa, dove la natura stessa e' piu' fresca e piu' bella che
negli altri luoghi, dove ogni prospettiva e' una decorazione sulla quale
si stende un cielo azzurro di Poussin, dove tutti gli uomini in belle
pose fumano sigari e parlano con le serenate. Quando eravamo ancora sui
banchi di scuola, riportavamo un'impressione simile o quasi simile dai
grossi manuali di geografia, dove, tra due cifre inevitabili sulla popolazione,
trovavano posto i boschetti di limoni e di aranci, e l'azzurra penombra
della grotta di Posillipo. Poi leggemmo Roma di Gogol',
al tramonto in qualche luogo di villeggiatura d'estate, e forse sospirammo
con un profondo sospiro di sedicenni, quando, sollevati gli occhi dal
libro, essi si incontravano col grigio azzurro panorama, con le colline
basse e le eterne betulle della via di Arakceev. Forse, in quel momento
voi mandaste a farsi benedire questa Russia di sconfinate proporzioni
che vi veniva sotto gli occhi importuna, mentre eravate pronti a vedere
altri panorami e altro cielo. Le vostre predilezioni italiane diventavano,
per questo, ancor piu' forti e ossessionanti. L'Opera faceva il resto:
da principio vi incontravate qui a tentoni con l'Italia, vedevate veri
e autentici italiani, ascoltavate l'autentica lingua italiana. I larghi
cappelli, le forti passioni, i mantelli neri e i visi abbronzati, l'amore
ad ogni angolo, una vita estranea alle meschine restrizioni e ai calcoli
da cui e circondata la nostra quotidiana esistenza borghese: ecco come
voi cominciavate ad immaginarvi l'Italia
Veselovskij Aleksandr Nikolaevic, La bella Italia e i nostri turisti settentrionali. Praga, 1864. Nella miscellanea: Ogni, I, Pietrogrado, 1916. In: Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, p.222-224. |
Mezzogiorno
italiano
Il mezzogiorno italiano, che scotta con i raggi verticali, costringe tutti gli esseri vivi a nascondersi nell'ombra. E' l'ora della siesta generale. La polvere non si solleva sulla strada, il pastore si nasconde sotto i folti rami e dorme sull'erba che conserva il suo color verde soltanto sotto la protezione degli alberi ombrosi, - tutto tace, tutto sonnecchia Questa generosa terra fornisce non pochi poeti e improvvisatori; la serenita' di questo cielo si comunica anche all'anima, sembra che questa natura sorridente abitui a considerare la vita con un sorriso e con indifferenza. Si potrebbe pensare, che tutti questi sonetti, canzoni e improvvisazioni siano create in mezzo ad una quiete orientale, dove nel corso di interi secoli non si sente che il fruscio dei rami delle palme e il cadenzato rumore delle onde del mare. Jakovlev Vladimir: Italia, 2 volumi. In Ettore Lo Gatto: Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 167. |
L'Italia
L'Italia e' un veleno per una natura come la mia; c'e' in essa come un fluido narcotico che agisce sui nervi irritandoli. Come potete immaginarvi, c'e' freddo e gelo, e intanto esci alle undici sul Lungarno e il sole brucia, scotta. Di questo fluido narcotico, anche se profumato, sono permeate tutte le creazioni della grande arte. Dio mio, che mondo il mondo di Raffaello e di Andrea del Sarto, il mondo di fra Bartolomeo e di Tiziano, del divino Murillo e di Paolo Veronese! Come se la vertigine si impadronisse della tua anima. Questa mattina ho fatto in tempo ad andare di nuovo a Palazzo Pitti. La Madonna del Murillo sta bene e ha chiesto di salutarvi, ma guardava, come dire, con un'aria di morboso spavento; forse l'inquietavano i discorsi vuoti e non del tutto decenti della vicina, la moglie di Paolo Veronese, questo mostro di bellezza sensuale o di bellezza del mostruoso, questa dissoluta grassottella e sazia col doppio mento e il gozzo Apollon Aleksandrovic Grigor'ev: Materialy dlia biografij, a cura di Vl. Kniaznin. Pietroburgo, Edizioni della Casa di Puskin presso l'Accademia delle scienze, 1917. In Ettore Lo Gatto: Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971, p.212-213. |
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