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Questo artista e' diventato molto popolare tanti anni fa ma il suo pubblico ancora lo ricorda e lo ama. Qualche anno fa aveva preso la decisione di non cantare piu'.
Ho voluto raccontare ai miei lettori di questo grande artista e fare una confessione d'amore ad una persona fantastica! Con questo racconto su Muslim Magomaev apro la nuova rubrica dedicata ai grandi artisti del mio Paese. Nell'USSR non c'era nessuno che non conosceva il nome di Muslim Magomaev. Era nato a Baku, la capitale dell'Azerbaidzan, il 17 agosto del 1942 in una famiglia di riguardo. In quei tempi, l'Azerbaidzan era una delle 15 repubbliche della grande Unione Sovietica. Il nonno di Muslim era il fondatore della musica classica dell'Azerbaidzan. Aveva avuto due figli maschi. Il figlio minore, Magomet Magomaev, era il padre di Muslim.
"Oggi e' il giorno del compleanno di mio figlio. Cosa augurargli? Certamente una vita lunga, felice e gioiosa. Gli auguro di viverla dignitosamente e lavorare per il bene di tutti gli uomini, imparare ad amare sinceramente tutto il buono ma anche odiare con tutta l'anima coloro che cercano di rovinare la nostra felicita'. Sin da piccolo deve conoscere la storia di questa guerra sanguinosa organizzata dai barbari nazisti. Deve ricordare e onorare tutti quanti sono caduti salvando le vite di tutti i bambini come lui. Non dimenticare mai nessuno che ha dato la sua vita per la felicita' di tutto il popolo. Una sola parola, "nazismo", deve risvegliare in lui l'odio e il disprezzo. E finalmente, deve sapere che il suo babbo lo ama sempre e se deve morire in questa guerra allora l'ultimo pensiero sara' per il suo caro figlio Muslim. Magari e' tutto quello che gli avrei voluto augurare. La madre di Muslim si chiamava Ajshet ed era un'attrice drammatica.
Nel suo libro, che si intitola "I ricordi vivono dentro di me", Muslim Magomaev ha scritto della sua vita, della sua famiglia, degli studi, degli amici e dei colleghi. L'autobiografia e' piena dei pensieri sul mestiere di cantante. Vorrei citare solo qualche brano di questo libro: "Quando seppi che i giudizi assolutamente obiettivi non esistono e le opinioni dei grandi artisti sono molto soggettive, impreviste e spesso dipendono dall'umore contingente, capii che pochi dei grandi cantanti lirici sono naturalmente generosi".
" I grandi cantanti italiani del passato ebbero anche dei grandi insegnanti. Quelli insegnavano loro a fare la concorrenza ad uno strumento musicale cioe' a cantare usando l'apparato fonatorio come se fosse uno strumento". "L'autocontrollo, l'autovalutazione dovono diventare per un artista una seconda natura. Non va bene farsi troppe critiche ma neanche essere troppo orgoglioso. Quando mi chiamano "il grande cantante", non lo prendo seriamente e neanche mi piace sentirlo. Raramente ero contento di quello che facevo. Lo stesso succedeva anche con le mie registrazioni: registravo, ascoltavo, se non veniva bene allora riprovavo il giorno dopo con la speranza di fare meglio. Molte delle mie canzoni le trascrivevo, cambiavo le intonazioni e la strumentazione". "Non capisco neanche quelli che fanno una specie di gara: chi ha registrato di piu' album musicali. Perche'? La quantita' non fa la qualita' nella nostra professione." "Da Mosca a Milano andammo con il treno. Era il mese di gennaio del 1964. Il nostro tirocinio presso La Scala fu di circa sei mesi. Tutti i praticanti abitavano in un piccolo hotel. Siccome gli Italiani festeggiavano sempre i giorni dei diversi santi o ancora qualche altra festa, e spesso succedevano anche degli scioperi, avemmo molti giorni liberi. Il giorno dopo il nostro arrivo a Milano, in un piccolo caffe' della citta', ci fu presentato il direttore del teatro Antonio Ghiringhelli. Rimasi meravigliato di sapere che lui aveva una fabbrica dove produceva le scarpe e non riceveva neanche una lira per il suo lavoro al teatro. Anzi, nei tempi duri per il teatro, faceva tante cose per esso per conto suo". "Al Ministero della Cultura non erano d'accordo che cantassi Figaro e Scarpia nella lingua originale. Mi fecero delle critiche: come mai cantavo in italiano e il pubblico non riusciva a capire niente? Risposi che mi avevano portato a studiare in Italia, avevo studiato il bel canto con dei grandi maestri italiani, avevo imparato a memoria delle opere in forma originaria e poi mi chiedevano di cantarle in russo? Allora cosi' dovevo cambiare anche l'atmosfera dell'opera, il fraseggio e dimenticare tutto quello che mi avevano insegnato in Italia? Se qualcuno viene all'opera e non capisce nulla e' la colpa dell'artista? L'opera non e' il cinema. All'opera bisogna andare ben preparati. Poi ad ogni teatro vendono i programmi. Bisogna leggere il libretto. Potete immaginare l'opera russa "Boris Godunov" cantata in francese? Io no! In tutto il mondo le opere russe vengono cantate nella lingua originale. In una lingua diversa sono altre opere. Bisogna cantare le opere nella lingua originale".
E' diventato famoso all'eta di 19 anni. Ha fatto una breve ma magnifica
Negli ultimi anni passava il tempo nella sua casa vicino a Mosca dove viveva insieme alla moglie, Tamara Sinjavskaja, la famosissima mezzo soprano russa, e il loro piccolo cane Charlie. Hanno vissuto insieme piu' di 30 anni ed erano veramente una bella coppia, compagni di idee, veri amici. Muslim Magomaev dedicava molto tempo al suo nuovo hobby: parlava con la gente su Intenet. Qualche volta all'anno l'artista invitava i suoi "amici di Internet" a casa sua e li' attorno al tavolo, prendendo insieme il te', facevano lunghe discussioni sulla musica e sulla vita. Gli amici venivano a questi incontri da tutte le parti della Russia. Muslim Magomaev li chiamava teneramente con una parola inventata da lui: "Saichata" . Qualche mese fa eravamo ospiti di un giovane baritono italiano, Mattia Campetti. Abbiamo passato una fantastica serata, piena di musica classica nella sua casa italiana. In un certo momento lui si e' seduto al pianoforte a coda ed ha cominciato a suonare una melodia che ci e' sembrata conosciuta. Ci parlava di questa melodia e di come gli piaceva. Voleva un giorno impararla a cantare in russo. Era una canzone del repertorio di Muslim Magomaev. Quel momento mi ha colmato di gioia e di felicita' e mi dispiace tanto che, poco tempo fa, questo grande artista e persona fantastica ci ha lasciati per sempre. Mi dispiace che se n'e' andato troppo presto. Gli farebbe piacere sapere che anche in Italia i giovani cantanti lirici lo conoscono, l'ascoltano e lo amano. Marina Nikolaeva, 12/2012 Tutte le fotografie e il materiale video sono presi dal sito ufficiale di Muslim Magomaev (russo/inglese): www.magomaev.info |
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