Ravenna

A Ravenna siamo stati due giorni. E' profonda provincia, assai piu' profonda di Venezia. La piccola citta' dorme duramente, e dappertutto, chiese e immagini dei primi secoli del Cristianesimo. Ravenna ha conservato, meglio di tutte le altre citta', l'arte primitiva, il passaggio da Roma a Bisanzio. E sono molto contento che Brjusov ci abbia mandati qui; abbiamo visto la tomba di Dante, gli antichi sarcofaghi, mosaici sorprendenti, il palazzo di Teodorico. Nei campi oltre Ravenna, tra le rose e i glicini, e' la tomba di Teodorico. Dall'altra parte, una chiesa antichissima, nella quale, in nostra presenza, hanno dissotterrato un pavimento di mosaico dei secoli IV-VI..Umido; c'e' lo stesso odore che nelle gallerie della ferrovia, e dappertutto sepolcri. Uno, io l'ho trovato sotto l'altare, in un oscuro sotterraneo di pietra, dove, sul pavimento, c'e' l'acqua. La luce di una finestrina cade su di esso; vi sono sopra delle lastre di pietra di color lilla tenero, e una muffa di un verde tenero. E intorno un silenzio terribile.

Aleksandr Blok, da Lettera alla madre, 13 maggio 1909. In: Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971.

Ravenna

Tutto cio' che balena un solo istante
e perisce, tu l'hai gia' seppellito
nei secoli, o Ravenna, e come un bimbo
dormi nell'assonnata eternita'.

Piu' non varcan gli schiavi le romane
soglie portando a te ricchi mosaici
e si spengono gia' le dorature
sui muri delle fresche tue basiliche.

I lenti baci dell'umidita'
attenuan la rozzezza delle volte
tombali, sotto cui son verdeggianti
sarcofaghi di santi e di regine.

Sono mute le sale dei sepolcri
ed e' la loro soglia fresca e ombrosa,
perche' della beata Galla il nero
sguardo non abbia da bruciar la pietra

destandosi. E' obliata e cancellata
di guerre e oltraggi l'orma sanguinosa,
purche' non canti la risorta voce
di Placidia passioni ormai trascorse.

In lontananza s'e' ritratto il mare
e al bastione s'avvinghiano le rose,
perche' Teodorico nella tomba
non sogni la tempesta della vita.

E i deserti su cui nasce la vita
- case ed uomini- tutti son tombe;
solo il bronzo solenne del latino
canta come una tromba sulle lastre.

Soltanto nello sguardo fisso e dolce
delle fanciulle di Ravenna a volte
la tristezza d'un mare irrevocabile
in timida sequenza scorre e passa.

Sol nelle notti, china sulle valli,
enumerando i secoli futuri,
l'ombra di Dante dal profilo d'aquila
per me cantando vien la
Vita Nova.

Alessandro Blok, Versi italiani. In: Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Roma, Editrori Riuniti, 1971.

Ravenna

Bisbiglia della patria, dell'eterno
Edel tempio Ravenna tutto il giorno.
Sugli affreschi dal sole incorniciati,
e scesa la divina ombra dei secoli.

Penombra verde. Nel greve sepolcro
Il sospiro di Gallia s'e' impietrito.
Le pagine sfogliando del passato,
non alza il tempo le pesanti palpebre.

Vo' per le vie come mi fosser note.
Cielo notturno, cupola stellata.
Tutti noi sulla via del paradiso
Uscimmo dalla culla di Bisanzio.

Georgij Eristov, Lad'ja. Tret'ja kniga stichov, Parigi 1966. In :Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971.


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