|
Le soste
Dopo tante ore il treno rallenta, c’è qualche segnale che fa pensare ad una sosta: una casa, un piazzale, dei viottoli. La vegetazione dirada e si infittiscono case, strade, qualche persona.
Il treno si ferma e la provodniza con energiche manovre apre lo sportello e predispone il predellino per scendere. Ma bisogna ugualmente fare un bel salto per andare giù, perchè il treno è lunghissimo e siamo nelle ultime vetture, fuori dal marciapiede di sosta. Si scende in molti, desiderosi di sgranchirsi le gambe. C’è solo un quarto d’ora; ed è tanto, visto che altre soste non durano più di due minuti, tempo insufficiente per scendere.
E' piacevole scendere per vedere le donne che vendono pesce affumicato, salsicce, uova, dolci, mirtilli, lamponi ai passeggeri del treno.
Ci si guarda intorno un po’ sperduti. Si fa qualche passo. Ed ecco che le babuske vengono incontro. Iniziano domande, contrattazioni ed acquisti. I russi acquistano con sicurezza, gli stranieri osservano e valutano stupiti i prodotti, spesso non riconoscendo i tanti frutti esotici e i vari involtini di carne, verdure, frittelle con patate, con pesce. Alla fine si compra seguendo le sensazioni, chiedendo con lo sguardo conferma circa la bontà dell’acquisto a qualcuno del posto. Si assaggia, prima timidamente, poi via via che il sapore ti prende, in maniera più decisa, per la gran fame ed il fresco che stimola l’appetito.
Si passeggia lungo il binario osservandosi tra viaggiatori, curiosando nei gesti della gente del posto, cercando riscontri tra il loro ed il proprio modo di fare. Spesso su un binario morto c’è qualche vecchia locomotiva, tenuta in bella mostra e dipinta in vivaci colori, a documentare la storia della Transiberiana. Quasi ogni stazione ne ha qualcuna, e talvolta veri musei sulla storia della ferrovia.
Qualcuno, più azzardato, si avventura più lontano verso la parte centrale della stazione, in qualche negozio più fornito..
Ruggiero Mascolo
Margherita di Savoia, 14 ottobre 2007
foto di Ruggiero Mascolo
Tornare all'inizio |