20 anni fa, quando sono venuta a Lucca per la prima volta, ho notato subito una particolarita’ della vostra citta’: il centro storico bello, grande e pedonale. Sono passati diversi anni. Oggi siamo nel 2019. Il centro storico e’ cambiato parecchio. Ora mi chiedo: come mai praticamente in OGNI via del centro storico ci sono auto e alcuni di esse vanno anche con una certa velocita’? Ora i pedoni sono costretti ad essere sempre attenti e in certe vie non c’e’ neanche un posto per loro perche’ le auto sono parcheggiate nei posti per pedoni. Camminando per centro storico non ti rilassi piu’. Anche uscendo dai palazzi devi stare sempre attento, perche’ rischi di essere investito da una navetta.
Dove’e’ finita quella bella Lucca con il centro storico pedonale?
Nella mia lista dei bravi pianisti italiani da ascoltare c’e’ ora un nome nuovo, Mariangela Vacatello. Sappiamo sempre per caso dei concerti organizzati dall’Istituto Boccherini. Peccato non facciano nessuna pubblicita’! Per questo motivo perdiamo diverse belle serate musicali. Questa volta invece, grazie al prezioso consiglio del nostro caro amico, Federico Nicolette, altro fantastico pianista, abbiamo passato la serata di venerdi’ ad ascoltare una giovane musicista italiana. Il programma era composto dalle opere di A. Scriabin (Sonata n.9 Op. 68,»Messa nera»), G. Ligeti (Musica ricercata)e F. Chopin (Sonata n.3 Op.58). Devo dirvi sinceramente che Ligeti per me rimane ancora troppo complicato e per ascoltarlo mi ci vuole una certa pazienza. Chissa’ se sia una questione di abitudine o della mia poca esperienza nell’ascolto delle sue musiche particolarissime. Invece Chopin e’ sempre una delizia, che raddoppia quando viene suonato da una bravissima musicista. Non sono brava a fare le critiche e non mi sento nemmeno in grado e in diritto di farle, neanche sono una specialista ma il mio cuore non sbaglia mai. Solo una bravissima musicista riesce a conquistare completamente la tua attenzione e il concerto diventa un evento, piccolo o grande, nella tua vita quotidiana. Grazie a Mariangela per la magnifica serata!
E un altro pensierino. Non mi dite che certe cinesi sono cosi’ brave che non e’ importante se stanno mezzo nude sul palco davanti allo strumento. Una bella ragazza, vestita in un modo elegantissimo, adatto alle musiche che suona e’ sempre il top e fa piacere non solo ascoltarla ma anche guardarla. Punto.
Quando passo da una delle piu’ belle e la piu’ grande piazza di Lucca mi viene sempre in mente una domanda:
— ma perche’ l’amministrazione della citta’†non lascia in pace piazza Napoleone e non smette di usarla facendoci sempre montare mercati, bancarelle, padiglioni e qualsiasi altra cosa? Non si riesce mai a vederla nella sua pura bellezza! E’ come se andassimo a Mosca e trovassimo la Piazza Rossa, una delle piazze europee piu’ belle e grandi, tutta coperta delle varie costruzioni. E’ ovvio che la bellezza sia di Piazza Rossa sia di piazza Napoleone sta proprio nel vederla libera, cosi’ come e’ stata progettata. E’ anche per «vedere» queste piazze che tanti turisti vengono a Mosca e a Lucca.
P.S: Avete mai pensato perche’ una della piazze centrali di una citta’ italiana porta il nome di Napoleone, che non ha fatto nulla di bello non solo alla citta’ di Lucca ma neanche per l’Italia?
E voi, quando andate da qualche parte, quali souvenir portate per i vostri amici-parenti?
Da qualche anno un souvenir italiano che affascina tanto tutti i miei amici russi e’ Pinocchio. Ne ho diversi anch’io ;-). Mi sa che lo troviate principalmente in Toscana, soprattutto a Lucca e Firenze, ed e’ popolare non solo tra i miei amici russi ma anche tra molti italiani.
Quali souvenir portano dalle altre regioni italiane? Amici italiani, sono curiosa! Fatemelo sapere, per favore 🙂
Durante questo soggiorno a Lucca mi vengono in mente tante domande. Chissa’ se queste domande trovano anche delle risposte… 🙂
Qualcuno mi sa spiegare per quale motivo nella Chiesa di Santa Maria Corteorlandini di Lucca non si puo’ NE’ FOTOGRAFARE NE’ GIRARE VIDEO?? Non riesco a capire questa strana proibizione. Mai visto nulla di simile nelle altre chiese di Lucca, neanche nella Cattedrale.
E’ un oggetto segreto della citta’† di Lucca? E’ proprio strano proibire alla gente di mostrare ad altri una delle piu’ belle chiese di Lucca.
E poi dei giornalisti italiani mi chiedono come far arrivare tanti turisti a Lucca: non proibite di vedere e fotografare le bellezze di questa citta’ unica!
Ho registrato la mia prima intervista nel lontano 2013. Come protagonista di quella conversazione avevo scelto un bravissimo e giovane pianista italiano, Federico Nicoletta. Ci siamo incontrati nell’oratorio degli Angeli Custodi di Lucca e abbiamo parlato per quasi due ore. Direi che fondamentalmente era Federico a parlare, mentre io ascoltavo con interesse. E’ stata la prima esperienza sia per me sia per il mio registratore, comperato il giorno prima a posta per quella intervista. Nelle due ore della nostra conversazione abbiamo discusso di tutto: della sua infanzia, dei suoi primi passi nella musica, dei suoi fantastici genitori, della sua famiglia, della letteratura russa e di tante altre cose. Grazie a quella intervista ho conosciuto meglio Federico anche come persona interessante, intelligente, sorridente, solare, giudiziosa ed anche modesta.
Dopo quella intervista il mio interesse per questo giovane, sia come musicista sia come persona, è solo cresciuto. Purtroppo la nostra presenza in Italia non ha coinciso spesso con i suoi concerti, ma il desiderio di ascoltarlo è stato sempre elevato.
Il mondo dei pianisti è grande. In Russia ci sono molti bravissimi musicisti, la nuova generazione dei giovani va avanti con passi incredibili e ogni anno nel cielo pianistico nasce “una” nuova stella. Grazie a diverse splendide iniziative di grandi musicisti come Denis Mazuev ed Ekaterina Mecetina (i festival musicali nelle diverse città russe, i concorsi, i programmi d’aiuto ai giovani), i talenti adolescenti hanno la possibilità di farsi conoscere da un’età molto giovane ed essere aiutati e seguiti da grandi colleghi. Per un giovane musicista è importante. Certamente, avendo molti talenti qua, conosciamo meno quelli stranieri. Con le mie interviste cerco di far incontrare al pubblico e i lettori russi anche i nomi italiani che meritano di essere conosciuti ma che non hanno ancora avuto la fortuna di avere pubblicità in altri Paesi.
In questi giorni Federico Nicoletta partecipa alla finale di uno dei più prestigiosi concorsi pianistici del mondo, quello di Santander Paloma O’Shea. Può darsi che non sia abbastanza obiettiva perché per me Federico è già uno dei più amati pianisti italiani ma, a mio parere, le opere che ha scelto per questo concorso sono difficilissime non solo tecnicamente ma anche emotivamente. Può darsi che non sia molto chiara nelle mie spiegazioni (e perdonate l’ignoranza tecnica di una semplice appassionata di musica classica) ma ieri Federico ha suonato:
Robert Schumann(1810-1856) Concerto in LA minore, op 54 Allegro affettuoso Intermezzo. Andantino grazioso Allegro vivace
Oggi sto riascoltando la registrazione dell’esibizione di ieri. Partecipare alla finale di questo concorso è già una vittoria per tutti e sei i finalisti! È un gran lavoro emotivo e musicale fatto durante tutto il periodo della preparazione per il concorso e nelle due settimane della sua durata. Qualsiasi posto ottenuto è da vincitore! Sono felice e fiera di Federico! La finale è anche la sua vittoria, grande e meritata!! Ieri non eravamo solo noi ad ascoltarlo in diretta da Mosca, ma l’ascoltavano dall’America, dall’Italia e sono sicura che siamo stati in tanti a godere della sua esibizione!
Non sappiamo ancora quale premio riceverà. Oggi tocca suonare agli altri tre finalisti. Per noi, i suoi amici, i colleghi, gli ascoltatori, i fan, gli allievi, i parenti è comunque un vincitore e sono felice che, grazie a questo concorso, oramai la sua fama sia arrivata in Russia e in altri Paesi del mondo. Perché lui se lo merita davvero!
Erano anni che non andavamo a Milano e ci voleva qualcosa di importante, anzi importantissimo per farci ritornare in questa città. L’occasione è stata il concerto di Roberto Giordano il 19 maggio.
La vita di Roberto Giordano è strapiena di impegni oramai da molti anni. Essendo il principale professore di pianoforte all’Institut de Musique et Pédagogie di Namur, in Belgio, e al Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, insegnando alla celebre Accademia Pianistica d’Imola, dove ora è anche vicedirettore, seguendo il Cantiere Musicale Internazionale da lui stesso fondato in Calabria e facendo diverse master class sia a Imola sia in altre parti del mondo, credo gli rimanga pochissimo tempo per la vita concertistica. Ed è un vero e proprio peccato, perché il desiderio di ascoltare questo splendido pianista è sempre immenso! Così ogni concerto di Giordano diventa un vero e proprio regalo, prezioso e molto atteso da tutti i suoi ammiratori, tra cui siamo anche noi.
Diverse persone trovano la musica classica complicata e impegnativa e spesso la eliminano dai loro interessi. Con le mie interviste ai musicisti, ai pianisti sia italiani sia russi, cerco di far capire meglio alla gente il mondo splendido dello musica classica. Insieme ai protagonisti delle mie conversazioni cerco di far crescere interesse e curiosità per questo stupendo genere musicale.
Credo che praticamente ogni persona sia capace di capire la musica classica, ma molto dipende anche dall’interprete. Sono sicura che la personalità di un musicista, di un pianista, sia un elemento fondamentale della sua interpretazione. La bravura tecnica vale poco se nell’esecuzione non c’è anima, non c’è vita. La maggior parte degli ascoltatori vengono colpiti proprio dalle emozioni che spesso sono difficili da spiegare ma sono talmente forti che restano con loro anche dopo il concerto. E queste emozioni possono essere regalate agli ascoltatori solo da un grande artista. Giordano è uno di quei musicisti in cui si unisce sia la grandezza umana sia quella artistica. Ed è un dono raro e molto prezioso. Posso permettermi di dirlo perché ho l’onore e il grande privilegio di conoscere Roberto anche nella vita privata, osservarlo durante le sue lezioni all’Accademia d’Imola e vedere il suo rapporto con gli allievi, che trovo semplicemente bello, pieno di umanità, un rapporto non solo da maestro ma anche da amico e da collega.
Giordano è un artista che, con il primo tocco sulla tastiera, ti porta nel mondo creato dal compositore e ti fa ritornare in sala solo con gli ultimi accordi. Credo sia un vero e proprio talento. La mia è forse una spiegazione banale ma vera. Proprio per queste emozioni indimenticabili aspettiamo sempre ogni sua esibizione e ci farebbe piacere di poterlo ascoltarlo dal vivo più spesso.
Vorrei ringraziare Roberto per l’invito a questo splendido concerto, organizzato in uno dei luoghi più belli di Milano, Palazzo Litta. Il sold out di qualche settimana prima non ha permesso a tutti di entrare nella maestosa Sala degli Specchi e di godere del fantastico programma che ha incluso le opere di R. Schumann {Blumenstük (Pièce fleurie. Op.19-Faschingsschwank aus Wien Op.26 (Carnaval de Vienne) — Allegro (Sehr Lebhaft) — Romanze (Ziemlich Langsam) — Scherzino Intermezzo (Mit Gröbter Energie) — Finale (Höchst Lebhaft)} e C. Debussy {La Sérénade interrompue, Prélude n.9, 1er livre — Les Collines d’Anacapri, Prélude n.5, 1er livre — Estamper — Pagodes — La Soirée dans Grenade — Jardins sous la Pluie — L’Isle Joyeuse}
Sono molto grata anche alla Bottega Discantica per la completa collezione dei CD di Roberto Giordano. La nostra presenza a Milano e la vicinanza di Palazzo Litta a questa casa discografica ci hanno permesso di completare la nostra collezione delle registrazioni di Roberto. Oramai da due settimane il CD “Clavicembalisti italiani XVIII sec” è nel nostro TOP personale e continuiamo a goderlo a casa a Mosca in attesa dei nuovi concerti.Erano anni che non andavamo a Milano e ci voleva qualcosa di importante, anzi importantissimo per farci ritornare in questa città. L’occasione è stata il concerto di Roberto Giordano il 19 maggio.
La vita di Roberto Giordano è strapiena di impegni oramai da molti anni. Essendo il principale professore di pianoforte all’Institut de Musique et Pédagogie di Namur, in Belgio, e al Conservatorio “F. Cilea” di Reggio Calabria, insegnando alla celebre Accademia Pianistica d’Imola, dove ora è anche vicedirettore, seguendo il Cantiere Musicale Internazionale da lui stesso fondato in Calabria e facendo diverse master class sia a Imola sia in altre parti del mondo, credo gli rimanga pochissimo tempo per la vita concertistica. Ed è un vero e proprio peccato, perché il desiderio di ascoltare questo splendido pianista è sempre immenso! Così ogni concerto di Giordano diventa un vero e proprio regalo, prezioso e molto atteso da tutti i suoi ammiratori, tra cui siamo anche noi.
Diverse persone trovano la musica classica complicata e impegnativa e spesso la eliminano dai loro interessi. Con le mie interviste ai musicisti, ai pianisti sia italiani sia russi, cerco di far capire meglio alla gente il mondo splendido dello musica classica. Insieme ai protagonisti delle mie conversazioni cerco di far crescere interesse e curiosità per questo stupendo genere musicale.
Credo che praticamente ogni persona sia capace di capire la musica classica, ma molto dipende anche dall’interprete. Sono sicura che la personalità di un musicista, di un pianista, sia un elemento fondamentale della sua interpretazione. La bravura tecnica vale poco se nell’esecuzione non c’è anima, non c’è vita. La maggior parte degli ascoltatori vengono colpiti proprio dalle emozioni che spesso sono difficili da spiegare ma sono talmente forti che restano con loro anche dopo il concerto. E queste emozioni possono essere regalate agli ascoltatori solo da un grande artista. Giordano è uno di quei musicisti in cui si unisce sia la grandezza umana sia quella artistica. Ed è un dono raro e molto prezioso. Posso permettermi di dirlo perché ho l’onore e il grande privilegio di conoscere Roberto anche nella vita privata, osservarlo durante le sue lezioni all’Accademia d’Imola e vedere il suo rapporto con gli allievi, che trovo semplicemente bello, pieno di umanità, un rapporto non solo da maestro ma anche da amico e da collega.
Giordano è un artista che, con il primo tocco sulla tastiera, ti porta nel mondo creato dal compositore e ti fa ritornare in sala solo con gli ultimi accordi. Credo sia un vero e proprio talento. La mia è forse una spiegazione banale ma vera. Proprio per queste emozioni indimenticabili aspettiamo sempre ogni sua esibizione e ci farebbe piacere di poterlo ascoltarlo dal vivo più spesso.
Vorrei ringraziare Roberto per l’invito a questo splendido concerto, organizzato in uno dei luoghi più belli di Milano, Palazzo Litta. Il sold out di qualche settimana prima non ha permesso a tutti di entrare nella maestosa Sala degli Specchi e di godere del fantastico programma che ha incluso le opere di R. Schumann {Blumenstük (Pièce fleurie. Op.19-Faschingsschwank aus Wien Op.26 (Carnaval de Vienne) — Allegro (Sehr Lebhaft) — Romanze (Ziemlich Langsam) — Scherzino Intermezzo (Mit Gröbter Energie) — Finale (Höchst Lebhaft)} e C. Debussy {La Sérénade interrompue, Prélude n.9, 1er livre — Les Collines d’Anacapri, Prélude n.5, 1er livre — Estamper — Pagodes — La Soirée dans Grenade — Jardins sous la Pluie — L’Isle Joyeuse}
Sono molto grata anche alla Bottega Discantica per la completa collezione dei CD di Roberto Giordano. La nostra presenza a Milano e la vicinanza di Palazzo Litta a questa casa discografica ci hanno permesso di completare la nostra collezione delle registrazioni di Roberto. Oramai da due settimane il CD “Clavicembalisti italiani XVIII sec” è nel nostro TOP personale e continuiamo a goderlo a casa a Mosca in attesa dei nuovi concerti.
Gli scaffali nuovi portano una gran bella confusione nella tua casa non per qualche giorno ma per qualche settimana. I mobili cominciano a “viaggiare” per tutte le stanze in cerca del loro posto migliore. Ma sono contenta che posso finalmente mettere in ordine tutti i libri, posarli in una grande e comoda libreria nuova, regalare gli oggetti che non uso più ai miei amici per la decorazione della loro dacia (casa in campagna), portare in una libreria della mia città i libri che non mi servono più e i DVD che non penso più di riguardare. Facendo tutte queste cose ho trovato in un cassetto la mia adorabile tovaglia. Ha quasi 20 anni. È bellissima, fatta a mano e comprata tanti anni fa a Pisa in un negozio che era situato al primo piano del palazzo dove abitavo. Tornando ogni giorno a casa dalle lezioni d’italiano entravo in quel negozio. Qui ammiravo ogni oggetto fatto a mano: bellissime ceramiche, tovaglie, tazze e piatti di colori eccellenti e tante altre cose per la casa. Dopo 20 anni, quando ho cominciato a fare i miei siti dedicati a Lucca, ho scoperto che tutte queste ceramiche favolose venivano prodotte da una fabbrica lucchese! Anni dopo anche a Lucca ho visitato spesso questo negozio perché erano da ammirare non solo gli oggetti ma anche la vetrina e l’arredamento. Era uno dei miei negozi preferiti. Ho scritto un articolo su questa fantastica produzione lucchese e cercavo di arricchirlo con bellissime fotografie. Ma nella mia ultima visita a Lucca ho saputo che Mamma Ro è stata chiusa. Mi spiace sempre quando vengono chiuse le fabbriche artigianali, quelle che producono oggetti fatti con amore, cose che fanno parte della cultura e della storia della zona dove sono nate. Non so se in Italia da qualche parte è rimasto un negozio della Bottega di Mamma Ro ma questa tovaglia e le ceramiche comprate nei vari anni mi ricordano sempre di quel bellissimo negozio.
Avete visto il film di Woody Allen “Midnight in Paris”? Non sono una fan di questo regista americano ma alcuni suoi film sono veramente stupendi. Perche’ ho ricordato oggi “Midnight in Paris”? Perche’ se non l’avete ancora visto allora e’ una storia da non perdere per molti motivi. Allen vi fa vedere una Parigi bella e romantica, la Parigi degli anni ’20. E’ un periodo in cui Parigi era il centro dell’arte contemporanea, la citta’ dove vivevano e crearono tanti pittori, scultori, scrittori. Allen e’ riuscito a girare un film pieno di atmosfera e tanto bello non solo per le immagini e per la musica stupenda ma anche per la filosofia del film!
Ma io l’ho ricordato per due motivi. Il primo e’ perche’ poco fa l’ho riguardato e mi ha affascinato nuovamente. Il secondo e’ per la musica. Una melodia si ripeta molte volte nel film. Chiamiamola il «leit-motiv» del film. Cercavo di capire dove l’ho sentita e ho ricordato una cosa che riguarda Lucca :-). Qualche anno fa, in piazza San Michele, abbiamo ascoltato un gruppo di musicisti di cui ho scritto sulle pagine del mio sito. Erano cosi’ bravi che ci siamo fermati e abbiamo ascoltato tutta la loro esibizione che e’ durata piu’ di un’ora. La bravura di quei musicisti era talmente ad alto livello che siamo rimasti stupiti di sentirli nelle vie della citta’. Il giorno dopo sono tornati in Piazza San Michele e ci siamo ritornati anche noi per ascoltarli di nuovo. Hanno dato tre concerti in tre giorni e abbiamo comperato anche i loro CD. Non ascolti spesso nelle vie musicisti di tale livello. Direi che quella e’ stata una bella eccezione. Il gruppo musicale si chiama «Accordi Disaccordi» e se vi capita di vedere il nome sui volantini non perdete l’occasione e andate ad ascoltarlo! Lo merita davvero! Sono veramente troppo bravi! Ma ho ricordato questo gruppo perche’ nel film di Allen il leit-motiv e’ proprio quello con cui inizia il CD di “AccordiDisaccordi”. Per un attimo ho pensato: “Chissa’ se sono loro a suonare nel film di Woody Allen?” 😉 Potrebbe anche essere! Perche’ sono troppo bravi e l’esibizione nel film e’ identica a quella che era regista nel CD 🙂
A Mosca ci sono numerosissimi taxi. Varie ditte cercano di attirare attenzione dei clienti a modo loro :-). Ieri abbiamo visto un taxi con “le orecchie” ;-). Un’idea molto simpatica che fa sorridere in una giornata stressante piena d’affari quando stai nel traffico ;-).