Il 9 maggio 1945, dopo 4 anni lunghi e paurosi, per l'Unione Sovietica fini' la seconda guerra mondiale, guerra in cui erano caduti piu' di 27 milioni di Russi. Questo giorno e' uno dei piu' importanti nella storia del mio Paese. Ogni anno, il 9 maggio, tutti i popoli che abitano sul territorio della grande Russia e nelle ex repubbliche sovietiche festeggiano il giorno della Grande Vittoria. Non c'e' famiglia che non abbia perso dei membri in questa terribile guerra. Anche i miei nonni hanno combattuto contro il nazismo.
Da bambina, ogni anno, in questo giorno andavo da mio nonno insieme ai miei genitori a festeggiare questa grande festa. Lui aveva fatto la guerra da pilota militare. Ormai sono piu' di 10 anni che i miei nonni ci hanno lasciati. Oggi sono poche le persone che hanno combattuto contro il nazismo dal 1941 al 1945 ma, ogni anno, il 9 maggio, tutta la Russia continua a ricordare i caduti di tutto il mondo in una delle guerre piu' distruttive, tremende e paurose che ci siano mai state.
Il 9 maggio a Mosca, in Piazza Rossa, c'e' una parata militare in onore della Vittoria. In tutti i parchi e le piazze centrali della citta' si incontrano quei pochi veterani che sono ancora vivi e si portano fiori ai monumenti ai caduti. All'aperto, ci sono poi concerti di musica classica e di celebri canzoni di guerra. In questi giorni Mosca e' molto bella: con tante bandiere, bei manifesti e "un milione" di tulipani. Alle 18, in citta', viene tenuto un minuto di silenzio per ricordare tutti coloro che non sono ritornati dalla guerra. I fuochi d'artificio in Piazza Rossa concludono sempre questa giornata.
Quest'anno si festeggia il 70esimo anniversario della Vittoria. Sono passati 70 anni, ma il mondo e' ancora terrorizzato dalle guerre che si combattono qua e la'. Non dobbiamo MAI dimenticare e dobbiamo ricordare SEMPRE quanto sia terribile qualsiasi lotta armata, e quanto dolore porti con se'. Auguro a tutti di conservare questa memoria e raccontare ai giovani la Storia, per far capire anche a loro quanto sia importante vivere in pace. Parlare di questo argomento e' importante, almeno nel giorno della Vittoria, e io oggi vorrei raccontarvi una storia accaduta proprio negli ultimi giorni di guerra.
Tutti voi conoscete benissimo la citta' tedesca di Dresda, dove si trova la famosa Galleria. Prima della seconda guerra mondiale, Dresda era una delle piu' belle citta' europee. Era piena di capolavori d'arte e d'architettura, e per questo motivo era stata denominata la "Firenze sull'Elba".
Il 24 gennaio del 1945, dopo il grande attacco invernale delle truppe dell'Armata Rossa, tutti i musei della citta' erano ormai chiusi e gli impiegati erano stati licenziati. Si parlava di un'operazione segreta nazista, chiamata "Operazione M". Di giorno, davanti ai musei, i nazisti stavano di guardia, e di notte dei camion portavano via qualcosa nascosto in casse di legno. "I russi riceveranno qua morte, fame e ratti", dichiaro' il capo della Sassonia, Muchman. I Nazisti stavano svuotando i musei della citta' e portavano via il loro contenuto in una direzione sconosciuta.
La guerra si avvicinava ormai alla fine, ed era gia' chiaro che dopo poco Dresda sarebbe stata presa dalle truppe sovietiche. Nella notte tra il 13 e il 14 febbraio 1945, 1400 bombardieri anglo-americani scaricarono sulla citta' 3479 tonnellate di bombe, di cui il 75% era composto da bombe incendiarie. Questa tragedia porto' via la vita di 130 mila persone pacifiche tra cui erano tante donne e bambini. La citta' continuo' a bruciare per una settimana (nelle foto Dresda dopo il bombardamento).
All'inizio del mese di maggio, a Dresda entrarono le nostre truppe. Al posto della citta' trovarono solo macerie. La "Firenze tedesca" era persa per sempre. Il primo pensiero dei nostri militari fu quello della celebre Galleria e della sua preziosissima collezione. Il famoso Zwinger, la sede principale dei capolavori, era completamente distrutto. Nessuno sapeva se la collezione era bruciata insieme al palazzo. La sua ricerca fu commissionata al tenente Leonid Rabinovich che, qualche anno dopo, scrivendo i suoi libri, prese lo pseudonimo di Volynskij. Lui, insieme ad altri 5 soldati, doveva trovare i capolavori della galleria di Dresda. Prima della guerra Leonid faceva il pittore, certamente conosceva molto bene la famosa collezione e sapeva cosa doveva cercare. Per di piu', parlava bene il tedesco. Parlando con la poca gente sopravvissuta al bombardamento cerco' di trovare una qualche informazione sui quadri. La famosa storia del salvataggio della collezione di Dresda e' stata poi da lui narrata sulle pagine del libro autobiografico "Sette giorni", pubblicato nel 1958. In maniera molto interessante per i lettori, Volynskij scrisse non solo questa storia ma anche quella dei grandi pittori i cui capolavori rischiavano di andare perduti per sempre.
La prima parte della collezione fu ritrovata alla distrutta Accademia d'Arte di Dresda. La', nel sotterraneo, insieme a sostanze esplosive, erano state messe le famose sculture dello Zwinger. Sarebbe bastato un movimento sbagliato per far esplodere tutto. Nello stesso posto Volynskij trovo' una "cartina muta" in cui non era indicato nessun nome di posto o di citta' ma c'erano solo dei segni strani. Fu subito chiaro che proprio la cartina era la chiave per trovare gli altri capolavori.
E le ricerche continuarono. Uno dei luoghi indicati sulla cartina era un certo punto "T". Il 9 maggio 1945, in un tunnel abbandonato, furono ritrovati il famoso capolavoro di Rembrandt "Autoritratto con Saskia" e il "Ratto di Ganimede", la "Venere dormiente" di Giorgione, "Il ritorno di Diana dopo la caccia" di Rubens, vari capolavori di pittori olandesi e molte altre opere d'arte. In totale circa 200 quadri erano allineati lungo le pareti della galleria. Tra tutti questi tesori era nascosta anche la "Madonna Sistina". Il capolavoro del grande Raffaello Sanzio, la perla della collezione dello Zwinger, era buttata insieme agli altri quadri, e lasciata ad ammuffire nella tremenda umidita' del tunnel. Era il capolavoro piu' ricercato dal gruppo di Volynskij, il quale descrisse cosi' il momento in cui la "Madonna Sistina" si presento' davanti agli occhi dei suoi salvatori: "In totale silenzio tutti guardavano la donna con i piedi nudi che camminava leggera sulle nuvole ammulinate. Anch'io non riuscivo a dire nulla. Capivo molto bene l'importanza di quel momento. Infatti, davanti a noi, c'era il quadro piu' geniale mai fatto da un uomo".
Il giorno dopo, nel solaio del castello di Weissenstein, i nostri soldati scoprirono altri 300 capolavori circa, tra cui vari quadri di Diego Velazquez e Tiziano Vecellio. Chissa' per quanto tempo erano rimasti in questo posto, messi senza cura l'uno accanto all'altro in un ambiente umido e caldo. Era necessario spostarli al piu' presto fuori da questo posto. Molte opere erano gia' in cattive condizioni e ci voleva la massima attenzione per non rovinarle ulteriormente. Volynskij racconta cosi' questo episodio: "Quattro soldati sono rimasti nel solaio e sette si sono messi sulle scale del castello. Come un fiume i quadri lentamente si muovevano giu' di mano in mano. Furono minuti indimenticabili. Davanti agli occhi dei soldati russi 'passo'' la storia dell'arte mondiale nei capolavori di Rembrandt, di Velazquez, di Crespi, di Carracci e di molti altri".
Nello stesso 10 maggio, in un altro castello, fu ritrovata la famosa collezione di pastelli tra cui erano i lavori di Anton Raphael Mengs, di Rosalba Carriera e la celebre "La bella cioccolataia" di Jean-Etienne Liotard.
I posti scelti dai Nazisti per nascondere i quadri erano tremendi. Buttate tutte insieme in ambienti per niente adatti alla loro conservazione, le grandi opere rischiavano di essere rovinate. Questo preoccupava molto Volynskij. Dopo lunghe ricerche fu ritrovata anche l'ultima parte della collezione. Nella pietraia abbandonata "Steinbruch Pokau-Lengefeld", nell'acqua, messi insieme senza nessuna protezione e confezione, si trovavano capolavori di Rubens, di Jan van Eyck, di Tiziano e di molti molti altri. Avendo passato tanto tempo nell'acqua i quadri erano in condizioni molto tristi. Non potevano neanche essere toccati perche' rischiavano di perdere lo strato del colore, ed esisteva il grande pericolo di perderli per sempre. In questa difficile situazione, con l'aiuto del maresciallo Konev, da Mosca furono chiamati urgentemente dei restauratori e degli specialisti. Arrivarono a Dresda e la', dentro la pietraia, controllando ogni quadro, misero dei cerotti sui punti deboli per tirare fuori tutte le opere da questa terribile "tomba" organizzata dal nazisti.
Il lavoro fatto dal gruppo di Leonid Volynskiy per trovare tutti i posti dove erano stati sepolti i tesori della Galleria di Dresda fu grandioso. Fu una vera e propria impresa eroica non solo da parte sua ma anche da parte di tutte le persone che parteciparono al salvataggio della collezione: dei soldati che con tanta cura trasportarono i quadri fuori dalle loro "tombe" a posti meno pericolosi, dei restauratori arrivati in Germania per fare il pronto soccorso dei numerosi capolavori che avevano "ferite" profonde, dei genieri che rischiarono la loro vita per sminare gli ingressi delle gallerie dove erano sepolti i quadri. Per quasi due mesi numerosi soldati costruirono casse di legno per ogni pezzo della collezione per poter trasportare il tutto in Russia: due mesi di incredibili lavori preparatori. E finalmente il 31 luglio tutto era pronto. 28 vagoni presero la direzione di Mosca, viaggio comunque a rischio di atti di diversione. Dopo un lungo viaggio, il 10 agosto del 1945, la tradotta con tutta la collezione arrivo' a Mosca.
I quadri furono messi nei depositi del Museo delle Arti Fugurative A.S.Pushkin. Per 10 lunghi anni, giorno dopo giorno, i migliori restauratori salvarono i capolavori della Galleria di Dresda.
Basta ricordare il famosissimo "Cristo della moneta" di Tiziano. Fu trovato insieme ad altri capolavori nell'acqua di "Steinbruch Pokau-Lengefeld". Furono necessari tre anni perche' questa tavola si seccasse prima che il famoso restauratore russo Pavel Korin potesse cominciare a restaurarla. Ed erano tanti gli oggetti come questo che richiesero un lavoro di restauro lungo e molto serio.
Il 2 maggio 1955, a Mosca, la grandiosa mostra della collezione di Galleria di Dresda apri' al pubblico. Fu un evento importantissimo! Tutte le opere salvate furono esposte nelle numerose sale del museo delle Arti Figurative A.S.Pushkin. La gente fece addirittura due giorni di fila per poter visitare questa indimenticabile mostra. Per 4 mesi il museo lavoro' dalle 7 alle 22 per consentire al numero massimo di persone di ammirare questa preziosissima collezione. Qualche mese dopo, il governo sovietico prese la decisione di far tornare gratuitamente la collezione nella Repubblica Democratica Tedesca.
Certamente molti speravano che la collezione salvata dai Russi rimanesse per sempre in Russia come un compenso per tutto quello che era stato rovinato e rubato dai Nazisti sul territorio del nostro Paese. Speravano anche che, come ringraziamento per il grandioso lavoro fatto per il salvataggio, i tedeschi lasciassero almeno due quadri al museo di Mosca. Ma questo non e' successo.
Anni fa, nella Galleria di Dresda, solo una piccola targa ricordava questa storia. Su di essa era scritto: "Il museo e' stato ricostruito grazie ai militari sovietici e tutti i capolavori si sono salvati grazie a loro". Non ci e' rimasta per molto. Anche questo piccolo ringraziamento e' stato tolto.
La memoria della gente e' corta. Ecco perche' in questo giorno vorrei raccontarvi del salvataggio eroico della Collezione di Dresda e ricordare tutti i militari e i restauratori sovietici che hanno fatto il possibile e l'impossibile per salvare i capolavori dei grandi pittori mondiali!
Oggi, visitando la Galledia di Dresda, ricordate questo mio racconto. E non dimenticate mai quanto sia importante vivere in pace senza guerra per poter ammirare questo mondo con tutte le sue bellezze, tra le quali anche quelle lasciate a noi dai grandi artisti del passato.
Marina Nikolaeva, maggio 2015
un ringraziamento particolare ad Anna Lazzari |