Vladimir Semenovic Vysockij (1938-1980) |
Il tatuaggioNon ti abbiamo spartito e neanche viziato. E che ti amammo è ormai acqua passata. Io porto in petto la tua bella immagine, Valja, Alioscia invece sul petto se l’è tatuata.
E quel giorno che ci salutammo alla stazione, di ricordarti sino alla tomba io promisi. “Non scorderò mai Valja in vita mia!” dissi. “Né tanto meno io!” mi rispose Alioscia allora.
E adesso decidi per chi di noi è peggio, e per chi è più triste, raccapezzati un po’! Lui si porta il suo profilo tatuato di fuori e io invece ho l’anima trafitta di dentro.
E quando sto così male da buttarmi a mare – ma che queste parole mie non ti offendano! – prego Alioscia di sbottonarsi la camicia e guardo te, guardo te per ore intere.
Sì, lo so che diffamare gli amici non sta bene, eppure è un fatto che tu mi sei più cara e vicina, perché il tatuaggio mio, o diciamo meglio il tuo, è assai più bello e migliore che non il suo.
(trad. di P. Zveteremich) |
Ehi, autista, portami alla masseria Butyrka“Ehi, autista, portami alla masseria Butyrka,dove sta la prigione, e corri un po’ forte!” – “Sei in ritardo, compagno, di due anni ti sbagli, hanno buttato giù la prigione per farne mattoni!”
“Peccato, perché stamattina di buon’ora avevo deciso di visitare i luoghi ben noti, e va bene! Se così è, autista, portami invece sino alla Taganka. Ci sono già stato e le darò un’occhiata.!”
“E’ demolita la vecchia Taganka, da cima a fondo. E’ saltata per aria!” – “ Allora svolta, autista, gira il tuo volante, ce ne torneremo a casa a mani vuote.
Ma no, aspetta, prima fumiamo o piuttosto beviamo subito un goccetto. Beviamo perché in Russia non ci siano più galere, perché in Russia non ci siano più campi di lavoro.”
(trad. di P. Zveteremich) |
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