Bulat Salvovic Okudzava (1924-1997)

Canzone dell’Arbat

Tu scorri come un fiume, strana definizione,
diafano come l’acqua è il tuo asfalto di città,
Ah Arbat! Mio Arbat, tu sei la mia vocazione,
tu sei la mia gioia e la mia calamità.

Tutta piccola gente sono i tuoi pedoni,
battono i tacchi, corrono via per faccende.
Ah, Arbat! Mio Arbat, sei la mia religione,
il tuo selciato sotto di me si distende.

Dall’amore per te non si può più guarire,
pur amando mille altre strade del mondo.
Ah, Arbat! Mio Arbat, tu sei la mia patria,
non s’arriva mai a percorrerti sino in fondo.

(trad. di P. Zveteremich)

Canzone dell'Arbat (canta Bulat Okudzava) Mp3 (2.3 Mb)

Lenka Korolev

Nel cortile ove ogni sera suonava un giradischi,
dove ballavano le coppie alzando polvere,
tutti i ragazzi assai stimavano Lenka Korolev
e gli avevano concesso il titolo di re.

Era un re come tutti i re, pure lui onnipotente,
e se un amico era nei guai o gli girava male,
Lenka Korolev gli porgeva la sua mano regale,
la sua mano fedele, e lo salvava.

Ma una volta che i Messerscmitt quali corvi
all’alba lacerarono il silenzio,
il nostro Re, da re mise il casco come una corona
sulle ventitré e alla guerra andò.

Di nuovo suonano i dischi, il sole è allo zenith,
ma non c’è nessuno a piangere la sua vita.
Perché era solo quel re, - già, scusatemi, -
non aveva fatto a tempo a farsi una Regina.

Ma io, dovunque vada e quali che siano i pensieri,
sia che abbia da fare o me la spassi,
ho sempre l’impressione che alla prima svolta
di nuovo incontrerò Korolev il Re.

Perché anche se è vero che in guerra si spara,
non era per Lenka l’umida terra,
perché, mi scuso, ma io Mosca non l’immagino
senza un Re come lui, Lenka Korolev.

(trad. di P. Zveteremich)

Lenka Korolev (canta Bulat Okudzava) Mp3 ( 2.1. Mb)


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