Dolce è morire sul campo di battaglia
Dolce è morire sul campo di battaglia
al fischio delle lance e delle frecce,
quando squilla la tromba
ed il sole risplende a mezzogiorno,
dando la vita a gloria della patria
e sentendo a sé dintorno: o forte, addio!
Dolce è morire da vegliardo arzillo
in quella stessa casa ed in quel letto
dove nascita e morte ebbero gli avi,
in mezzo ai figli uomini già fatti,
sentendo a sé dintorno: o padre, addio!
Ma è ancora più tenero e più saggio,
dopo aver dissipato tutto il suo,
e venduto anche l’ultimo mulino
per colei
che domani t’avrà dimenticato,
tornando da una gaia passeggiata
alla tua casa che hai di già venduta,
cenare,
e letta una storiella d’Apuleio
un’altra volta dopo la centesima,
in un bagno bollente e profumato,
senza nessun addio,
dischiudersi le vene:
e che dalla finestra del soffitto
venga odor di garofani
e risplenda il tramonto,
e lontano si sentano dei flauti.
( trad. di S. Vitale) |
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