Aleksand Sergeevic Puskin (1799-1837) |
Ricordo il meraviglioso istante
Ricordo il meraviglioso istante: davanti a me apparisti tu, come una visione fugace, come il gesto della pura bellezza.
Nei tormenti di una tristezza disperata, nelle agitazioni di una rumorosa vanità, suonò per me a lungo la tenera voce, e mi apparvero in sogno i cari tratti.
Passarono gli anni. Il ribelle impeto delle tempeste disperse i sogni di una volta, e io dimenticai la tua tenera voce, i tuoi tratti celestiali.
Nella mia remota e oscura reclusione trascorrevano quietamente i miei giorni senza deità, senza ispirazione, senza lacrime, senza vita, senza amore.
Ma venne dell’animo il risveglio: ed ecco di nuovo sei apparsa tu, come una visione fugace, come il genio della pura bellezza.
E il cuore batte nell’inebriamento, e sono per esso risuscitati di nuovo e la divinità e l’ispirazione, e la vita, e le lacrime e l’amore.
(trad. di Ettore Lo Gatto) |
Exegi monumentum
Mi sono un monumento eretto non di mano umana, ad esso il popolare sentiero non andrà perduto, s’è levato più alto colla superba fronte della colonna d’Alessandro.
Non morrò tutto – l’anima nella riposta lira vivrà oltre il mio cenere e fuggirà la corruzione, - ed io sarò glorioso finché nel mondo sublunare anche un solo poeta sarà vivo.
E per tutta la vasta Russia di me correrà fama, ed in essa ciascuna lingua m’invocherà, degli slavi il nipote altero, e il Finno, e l’or selvaggio Tunguso, ed il Calmucco amico delle steppe.
E sarò caro a lungo al popolo perché nobili sentimenti destai colla mia lira, ed in crudele secolo la libertà cantai e chiesi grazia pei caduti.
Al comando di Dio resta docile, Musa, senza temere offesa né chiedere corona, indifferente accogli la calunnia e la lode, e con lo sciocco non contendere.
(trad. di T. Landolfi) |
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