Afanasij Afanas'evic Fet (o Sensin) (1820-1892)

Alla cantante

 

Porta lontano nel suono il mio cuore,

dove tristezza quale luna splende;

tra le tue calde lagrime in quel suono

mite riluce sorriso d’amore.

 

O bimba! Come è facile affidarsi

tra non visibili onde al tuo cantare:

sempre più in alto nell’argento emergo

io, come instabile ombra dietro l’ale.

 

In lontananza la tua voce muore,

come di notte, oltre il mar, l’aurora, -

e d’improvviso, non so io da dove,

sonante il flusso alla perla riviene.

 

Porta lontano nel suono il mio cuore,

dove tristezza è mite qual sorriso,

e più in alto volerò nell’argento

io, come instabile onda dietro l’ale.

 

( trad. di S. Garzonio)

Sull’altalena

 

Nell’argentea luce, sospesi

sulla mobile tavola siamo,

fra i due campi rigidi e tesi

e, spingendo, saliamo e scendiamo.

 

Quanto più il gioco alterno ci afferra

e più grave il periglio diventa,

tanto più lo scostarci da terra

verso il cielo ci allegra e ci tenta.

 

Questo è un gioco, lo so; tuttavia

potrebbe essere un gioco mortale;

ma un tal rischio con te, bella mia,

è una gioia per me senza uguale.

 

( trad. di G. Gandolfi)


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