Paustovskij Konstantin Georgievic,
1892-1968 |
Ruggiero Mascolo, 5/2005 |
Roma
Alcune citta' hanno, oltre ai suoni comuni a tutti gli abitanti umani, anche altri suoni, che sono di esse soltanto. Di tali citta' si dice che hanno una propria voce. Nella maggior parte dei casi, essa suona in sordina. Quale e' dunque la voce di Roma? A me sembra che sia il fruscio e lo sciacquio delle fontane. Non parlero' della spumeggiante fontana di Trevi. Non vi e' stata una sola descrizione di Roma in questi ultimi duecento anni, nella quale non sia stata ricordata questa fontana. A Roma, io mi sono innamorato della fontana sulla piazza Navona e di un'altra sconosciuta e modesta fontana presso il colle del Granicolo. Presso questa fontana sedeva sempre una vecchietta taciturna, una venditrice di fiori. I suoi fiori erano piu' semplici di quelli che abbiamo in quantita' noi in Russia, peonie, garofani, bocche di leone e persino calendole. Al Gianicolo spesso tirava vento. Il suo minuto soffio portava da un lato gli spruzzi della fontana. I ragazzi ridendo correvano sotto questi spruzzi. L'acqua della fontana era d'un color verdastro, come nella laguna. La vecchia teneva i fiori in un grande secchio smaltato. La fontana annaffiava senza posa i fiori. Ed essi sembravano piu' chiari e profumati. La vecchietta se ne stava pero' lontana dagli spruzzi sotto un grande ombrello di tela e lavorava coi ferri a una grossolana sciarpa rossa. Mi sedetti non lontano da lei, e a lungo osservai ognuno dei ragazzini e ragazzine che giocavano presso la fontana, e le persone che sedevano sulle panche all'ombra degli alberi. In lontananza, nella caligine, scintillava la cupola di San Pietro. Konstantin Georgevic Paustovskij, Ital'janckie zapisi, in Izbrannaia prosa, Mosca 1965. In: Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Milano, Editori Riuniti, 1971. |
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