Palermo

Palermo! Un miscuglio di stili, mancanza di stile, come fosse persino insipidezza, alla fine persino uno stile di questa insipidezza, mantenuta sino alla fine, il severo stile della screziatura - tutto cio' ci aggredi subito: al muro rosso ruggine come moresco del "Teatro Massimo", col giallo uovo delle mura pallide, con la piazza di nessun genere e l'arco di chi diavolo sa che stile, e la stretta "via Macqueda" e la fila di case noiosa per la solita" mancanza di caratteristica" e il ventre delle carrozzelle e il trasparente ornamento di piume delle dame e il noiosissimo smoking del nasuto grossolano che fissa in un decolte' il nero bottone del suo occhio, ma si toglie, davanti alla dama offesa, delicatamente la sua mezza bombetta con la mano inguantata - un uomo che con le labbra succhia il bastoncino e attraversa, fischiettando un motivo d'operetta, la calca del marciapiede; guardi il moscardino palermitano e pensi: Eh, sei l'indigeno tu! Perche' hai messo la mezza bombetta, cambiala col turbante!

Qui, gli uomini hanno indossato l'abito europeo per apparenza: l'arabo viene fuori. Nel siciliano si nasconde il saraceno, ma egli si sforza di coprire con la bombetta il suo passato glorioso, creando la mancanza di stile col miscuglio di terreno: il terreno dell'Africa con quello dell'Europa; sconquassando la struttura dell'uomo in Sicilia; i terreni ne sono scossi ancor oggi; le spinte sotterranee sono assai frequenti; la Sicilia e' il luogo della catastrofe, del sacrilegio e della mescolanza; e' la patria di Cagliostro…l'arabo si e' insinuato in tutto; nell'ottavo secolo saccheggio' la Sicilia; poi comincio' a viverci; l'amo'; cacciato via ne provo' nostalgia; vi aveva lasciata la sua anima africana; in essa si assuefece alla sua vita e con lui si assuefecero i suoi abitanti…tutta la Sicilia e' uno sfarzoso ornamento orientale, intrecciatosi in Italia in modo, bisogna riconoscerlo, casuale; risuonano tre note: il Rinascimento italiano risuona con l'altezza della musica simbolica; ma l'ornamento arabo, unendosi con l'Italia, qui, introduce, nella gamma della sinfonia, la strumentazione brillante a la Borodin; Bisanzio intreccia con le icone i suoni dei canoni orientali di chiesa, che non si adattano al cattolicesimo. E la fusione delle note - lo stile di Palermo - e' lo stile delle cose che non si fondono: essa forma il salto che scuote nelle diverse tonalita' della musica di…Skrjabin. Qui, presso il mare, passano davanti a noi: amori, draghi, Pompei, barocco, impero, tutto cio' che abbiamo or ora veduto nel palazzo: versiamo la sabbia e ricordiamo Skrjabin.

Andrej Belyj, Putevyie zametki. I, Sicilija - Tunis, Mosca - Berlino, Gelikon, 1922. In: Ettore Lo Gatto, Russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971.


Informazioni | Interessante | Cultura e sport russi | Foto album | Viaggi | Feste in Russia | FAQ | Su di me e su di voi | Diario italiano | Guest Book

Ritorna a "Amoit Home Page"

Copyright © 2004-2024 Amoit