Osorgin Michail (pseud. di Michail Andreevic Il'in)

Nacque a Perm il 19 ottobre 1878.
Scrittore, ma soprattutto giornalista.
Laureato in giurisprudenza a Mosca nel 1902, aderi' al Partito Socialista Rivoluzionario.
Arrestato nel 1905, riusci' a fuggire e a venire in Italia, dove fece il corrispondente per vari giornali liberali russi, scrivendo articoli che raccolse nel volume "Schizzi sull'Italia contemporanea", 1913.
Nel 1916 torno' in Russia e appoggio' la Rivoluzione bolscevica (La piccola casetta, 1921), ma dopo un'iniziale collaborazione col regime (fu vicepresidente dell'Unione degli scrittori), se ne distacco' e fu espulso dal Partito nel 1922.
Emigro' in Italia, poi, a seguito delle avverse condizioni determinate dal fascismo, in Francia.

Fu uno dei piu' eminenti rappresentanti degli scrittori dell'emigrazione russa del suo tempo e il suo romanzo Sivcev Vrazek (Un vicolo di Mosca) ebbe grande successo e fu tradotto in varie lingue.
Altri suoi romanzi furono: Un testimone della storia (1932), Il libro delle fini (1935), Il framassone (1937).
Nel 1928 aveva intanto pubblicato i suoi ricordi sull'Italia in un volume dal significativo titolo Tam, gde byl scastliv (La dove fui felice).
Continuo' sino alla fine a svolgere la sua attivita' di giornalista inviando in varie parti del mondo corrispondenze che smascheravano il fascismo.
Rifugiatosi nella piccola citta' di Charbis per sfuggire ai tedeschi che erano entrati a Parigi, vi mori' il 27 novembre 1942.

Ruggiero Mascolo, 5/2005

Cosa vi e' in Italia di cosi bello che tanto attira…

Dell'Italia si parla con un sorriso, con interiezioni, con punti esclamativi. Nel suo stesso nome c'e' qualcosa di affascinante, come nei nomi delle sue citta': Venezia, Firenze, Napoli, Roma….Nessuno vi spieghera' che cosa precisamente v'e' in essa di cosi bello che tanto attira a lei lo straniero. Le sue bellezze naturali, forse troppo carezzevoli e ben pettinate, e le rocce delle rive abbastanza uniformi, le sue stazioni termali sono, a volte, addirittura repellenti; estremamente scomodi i suoi mezzi di trasporto che sempre si riflettono sui nervi del viaggiatore. E tuttavia, essa fu e rimane un paese bellissimo, sul quale si e' accumulata la liberalita' del sole e il particolare sorriso della noncurante natura dell'artista. Essa e' dotata al massimo grado, e per l'esuberanza dei doni e' pronta a farne parte a chi domandi: all'artista nuovi toni e colori, allo scrittore sensibile stati d'animo, allo storico quadri vivi dei secoli passati, al cantante una gamma di suoni e il sottile ricamo di melodie leggere, all'osservatore della vita contemporanea tutto un caleidoscopio di stratificazioni economiche e politiche, un'allegra esposizione di inizi sociali e di ardite, originali iniziative, al viandante stanco il riposo, il rifugio, il saluto, l'ospitalita', il calore, l'affettuosa cordialita' che e' sparsa in modo invisibile dappertutto - nel verde degli alberi, nell'azzurro del cielo, nei recessi dello spirito popolare…

Osorgin Michail Andreevic, Schizzi dell'Italia contemporanea. Mosca, 1913. In Ettore Lo Gatto, Scrittori russi in Italia. Roma, Editori Riuniti, 1971, p. 242.


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