Puskin Aleksandr Sergeevic

Nacque a Mosca il 26 maggio 1799 da famiglia di piccola ma antica nobilta', in una casa ricca di libri ma povera di affetti. Usufruendo della biblioteca paterna, il giovane Puskin pote' familiarizzare sin da bambino con la letteratura e l'antichita classica, oltre che con famosi letterati del tempo, amici di famiglia (Karamzin, Zukovskij ecc).
Frequento' il liceo di Carskoe Selo' ed entro' ben presto a lavorare nel ministero degli esteri e a frequentare la vita mondana.
Nel 1820 pubblico' il poema
Ruslan i Liudmila che gli procuro' vasti consensi, ma anche le critiche degli ambienti conservatori. Nello stesso anno, a causa di alcuni versi sgraditi allo zar, fu pero' trasferito a Ekaterinoslav e poi in Bessarabia. Furono anni di isolamento, di cui Puskin approfitto' per approfondire la conoscenza di Byron e iniziare l'Evgenij Onegin.
Per intercessione di amici influenti, nel 1823 fu trasferito a Odessa, ma gia' nel 1824 fu licenziato e confinato nella sua tenuta di Michailovskoe a causa dell'intercettazione di una lettera in cui si esprimeva a favore dell'ateismo.
In questo periodo Puskin scrisse le sue liriche piu' belle, oltre al
Boris Godunov e altri capitoli dell'Onegin.
Nel 1826 fu inaspettatamente richiamato a Mosca con un atto di clemenza dello zar Nicola I, che pero' dichiaro' di volersi dedicare personalmente della censura dei suoi scritti!
Nel 1830 fu costretto da un'epidemia di colera nella tenuta paterna di Boldino: ne approfitto' per scrivere
I racconti di Belkin, Il cavaliere avaro, Mozart e Salieri, Il convitato di pietra, Un festino durante la peste.
Nel 1831 sposo' la giovane e bella Natal'ja Goncarova che gli fu causa di tanti problemi, debiti e gelosie.
Nel 1833 scrisse il poema narrativo
Il cavaliere di bronzo e poi, in prosa, La donna di picche e La figlia del capitano.
Mori' il 29 gennaio 1837 a seguito di ferite riportate in duello contro il barone Georges D'Anthe's, sfidato per gelosia nei confronti della moglie.
La sua fama crebbe progressivamente dopo la sua morte, particolarmente a seguito del famoso discorso in suo onore pronunziato nel 1880 da Dostoevskij. Da allora e' considerato il poeta nazionale per eccellenza, fondatore della letteratura russa moderna, poeta dell'universalita' e della liberta' russa.
Ebbe la singolare forza di infrangere la tradizione settecentesca arcaista e classicheggiante, imponendo nello stesso tempo se stesso come modello classico e nazionale.

Ruggiero Mascolo, 6/2005

Adriatici flutti, o Brenta! Si', io vi vedro' e, colmo di nuovo d'ispirazione, sentiro' la vostra magica voce. Essa e' sacra pei nipoti di Apollo; essa m'e' nota attraverso la superba lira di Albione, essa mi e' intima. Delle notti dell'Italia dorata io godro' la volutta, in liberta', con una giovane veneziana, ora loquace ora muta, vagando nella gondola misteriosa, da lei apprenderanno le mie labbra la lingua del Petrarca e dell'amore.

Aleksandr Puskin, Eugenii Onegin, I, XLIX


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