|  Pasternak 
        Boris Leonidovic nacque a Mosca nel 1890 da una famiglia di alta cultura: 
        il padre era un famoso pittore e la madre una valente pianista. E anche 
        Boris coltivo' intensamente la musica e poi la filosofia, prima di dedicarsi 
        interamente alla letteratura. Dopo il primo libro di poesie Il gemello tra le nuvole del 
        1914, seguono le liriche Oltre le barriere del 1917, Mia 
        sorella la vita del 1922 e Temi e variazioni del 
        1923.
 Essi testimoniano la maturazione del poeta che, pur vicino alle esperienze 
        futuriste per quanto attiene agli aspetti linguistici, rifiuta ogni impostazione 
        declamatoria, prediligendo atmosfere intime.
 Impostazione che permane anche nelle successive opere di carattere storico: 
        L'anno 1905 del 1927, Il luogotenente Schmidt del 
        1927 e poi Sui treni autunnali del 1943 e La vastita' 
        terrestre del 1945, in cui tutto e' vissuto come in una lontananza 
        fantastica, con sovrapposizioni di ricordi d'infanzia.
 Splendide le sue prose L'infanzia di Zanja Ljuvers del 1918 
        e Il Salvacondotto del 1931, impostate sulle norme della 
        composizione musicale.
 Il 1946 segna l'inizio della composizione del romanzo Il dottor 
        Zivago. Esso ripercorre la storia russa dei primi decenni del XX 
        secolo secondo una prospettiva spiritualista, diversa da quella materialista 
        imperante nella letteratura ufficiale. Fu pubblicato in prima edizione 
        mondiale in Italia dall'editore Feltrinelli nel 1957 e diede al poeta 
        fama mondiale, sino al Premio Nobel nel 1958.
 Di Pasternak vanno ricordate importanti traduzioni da Shekespeare, Goethe, 
        Verlaine e da poeti georgiani, oltre la sua Autobiografia del 
        1957.
 Il poeta fu in Italia una sola volta, nel 1912, ma l'influenza che ne 
        ebbe duro' a lungo, tanto da essere ripresa ancora ne Il Salvacondotto, 
        una ventina d'anni dopo.
 Mori' a Mosca nel 1960.
 Nell'alternarsi di momenti diversi, la costante di Pasternak e' una totale 
        adesione alla vita, tanto individuale che collettiva, ma ancor prima naturale. 
        Egli riusci' ad esprimere in modo personale e precipuo i vari climi dei 
        tormentati anni in cui visse.
 Ruggiero Mascolo, 5/2005  |