La voce di uno Stradivari.
Tornando da Parma abbiamo deciso di fare una breve sosta a Cremona.
Cremona e’ la citta’ dei grandi liutai: Amati, Stradivari e Guarneri. Credo non siano mai nati artisti migliori.
Suonare gli strumenti di questi grandi e’ l’onore e il sogno di ogni violinista e violoncellista. E’ un sogno difficilmente realizzabile per diversi motivi: gli strumenti costano una cifra pazzesca e solo pochi possono permetterseli. Hanno delle voci bellissime e rare. Il segreto della loro creazione se ne e’ andato con questi grandi artisti e nessuno e’ riuscito a riscoprirlo. Dopo quasi 400 anni rimangono sempre i migliori.
A Cremona ci sono due collezioni di archi: una piu’ ricca e l’altra piu’ piccola. La prima si trova al museo del Palazzo Comunale e la seconda al Museo Civico. Se vi capita di andare a Cremona e se siete musicisti o semplici appassionati di musica classica vi consiglio di non perdere un’occasione unica di ascoltare questi strumenti e andare ad una «audizione» al Palazzo Comunale. Per 15 minuti avrete la possibilita’ di vedere, ascoltare e godere da vicino di uno dei preziosissimi capolavori di Stradivari e Amati. Siamo stati fortunati ad assistere ad un breve concerto dopo aver visto la collezione degli archi del Palazzo Comunale. Immaginate una piccola stanza dove dentro le vetrine blindate si trovano 12 capolavori della produzione cremonese dal XVI al XX secolo costruiti dai grandi liutai: Andrea, Antonio, Gerolamo e Nicolo’ Amati, Antonio Stradivari, Francesco Ruggeri e Giuseppe Guarneri, detto «del Gesu'». Potete ammirarli attentamente immaginando come secoli fa sono stati costruiti per le persone nobili e i reali.
Ad una certa ora, nella sala accanto, organizzano delle cosiddette «audizioni»: viene un musicista che porta uno di quei 12 tesori che avete visto prima e ve lo presenta : racconta la sua storia, dice come si chiama e spiega il perche’ (ogni arco ha il suo proprio nome dato dal liutaio) e poi viene proprio quel momento magico quando il maestro vi fa ascoltare la voce dello strumento, suonando tre o quattro brani musicali.
Non riesco a descrivervi quanto ci ha colpito la possibilita’ di poter non solo vedere ma anche ascoltare la voce fantastica e indimenticabile di uno Stradivari. Quel violino che abbiamo ascoltato e’ stato creato dal grande maestro nel 1727. Lo strumento si chiama Vesuvius e appartiene all’ultimo periodo di produzione di Stradivari. L’ha fatto all’eta’ di 81 anni quando era gia’ un famosissimo e grande liutaio.
Stradivari comincio’ a costruire gli archi all’eta’ di 25 anni e lo fece fino all’ultimo giorno della sua vita. Fu un grande maestro e un grande ricercatore che cerco’ sempre di trovare le proporzioni e la vernice ideali per creare lo strumento perfetto.
Vesuvius fu di proprieta’ di diversi violinisti. L’ultimo, il violinista e compositore inglese Remo Lauricella, desidero’ che lo strumento tornasse nel posto in cui era stato creato. Dopo la sua morte, nel 2003, la citta’ di Cremona inizio’ una campagna di raccolta fondi per pagare le tasse relative alla preziosa eredita’ ed assicurarsi lo strumento. Grazie agli appassionati del settore, la cifra richiesta fu raccolta e il 3 novembre 2005 il violino lascio’ l’Inghilterra’ e arrivo’ a Cremona.
La collezione degli Archi di Palazzo Comunale contiene 12 strumenti. Invece a Mosca ce n’e’ un’altra piu’ numerosa, composta da 22 strumenti. Fa parte della piu’ grande Collezione Statale di strumenti ad arco del mondo.
Nel lontano 1878, il negoziante moscovita Konstantin Tretjakov dono’ al Conservatorio di Mosca la sua collezione di preziosissimi violini (15 strumenti). Konstantin Tretjakov non era un parente di Pavel Tretjakov, un altro mecenate russo che tutti conoscono per la sua collezione di pittura russa. Questa fu un regalo di Pavel alla sua citta’, e piu’ tardi fu la base della famosa Galleria Tretjakov. Konstantin era solo un omonimo di Pavel ma tutti e due fecero molto per il loro Paese e per Mosca. Tutti e due furono dei grandi mecenati.
Allora, nel 1878 Konstantin Tretjakov regalo’ la sua Collezione al Conservatorio di Mosca ad una sola condizione: «Gli strumenti non possono mai essere venduti o scambiati con altri; devono rimanere sempre di proprieta’ del Conservatorio ed essere usati dagli studenti piu’ poveri ma bravi». Nel 1919 in USSR decisero di fondare una Collezione Statale di strumenti ad arco, per preservarli e prestarli agli studenti e ai musicisti piu’ bravi.
La collezione di Konstantin Tretjakov, che conteneva dei violini Stradivari, Amati, Guarneri, Bergonzi, Albani, Grancino, Maggini, nel 1919 divento’ parte della Collezione Statale. Nel 1924 la Collezione conteneva gia’ 111 strumenti ad arco. Nella Seconda Guerra Mondiale gli strumenti furono portati sugli Urali. Dopo la fine della guerra, furono tutti riportati a Mosca.
Nel 2009 la Collezione Statale ha compiuto 90 anni. In vari musei di Mosca, ed anche in Italia, a Cremona, hanno organizzato mostre dove sono stati esposti numerosi strumenti della Collezione, tra cui 11 violini Stradivari, dei violoncelli Amati, dei violini Guarneri del Gesu’. E’ difficile vedere tutti questi tesori insieme in una mostra perche’ non li espongono quasi mai.
Ma questi strumenti possono anche essere ascoltati! La Collezione Statale di strumenti ad arco e’ l’unica collezione nel mondo che suona! Gli strumenti non sono esposti dentro le vetrine dei musei ma suonano nelle mani dei piu’ bravi musicisti russi, partecipano a concorsi musicali di importanza mondiale. Come fu deciso da Konstantin Tretjakovo ormai 125 anni fa, questi strumenti vengono dati ai piu’ bravi scolari e a celebri musicisti russi per
essere suonati. Negli anni, gli strumenti di questa collezione sono stati suonati dai grandi: David Oistrakh, Mstislav Rostropovic, Leonid Kogan, Vladimir Spivakov, Yrij Bashmet e molti altri.
Gli strumenti fatti dai grandi maestri devono essere suonati, altrimenti muoiono!
Nel 2010, 300 violini, viole e violoncelli sono stati spostati dalla Collezione Statale al Museo Statale della Cultura Musicale M.I. Glinka e speriamo che nel 2013 gli strumenti costruiti dai grandi liutai italiani, suonati anche dai grandi musicisti russi, siano di nuovo mostrati al pubblico.
A parte gli archi, a Cremona c’e’ un Duomo spettacolare che vi consiglio di vedere non solo di giorno ma anche di sera, quando e’ illuminato dalle luci. E’ un vero spettacolo!
La prima impressione la puoi avere una volta sola. Su Cremona possiamo dire che essa e’ stata molto positiva. In questa citta’ abbiamo incontrato delle persone sorridenti e con un buon senso di umorismo: a cominciare dal proprietario della locandina dove abbiamo alloggiato per finire al cuoco di una osteria.
A proposito delle osterie. Non so spiegare il perche’ ma a Cremona e’ difficile trovare un ristorante. Ce ne sono e tanti ma non troverete nessuna insegna e nessun cartello grande che li indichi. Tutti i cartelli sono simpatici ma piccoli, e non si vedono certamente da lontano. Puo’ darsi che il municipio di Cremona abbia fatto una legge che non permette di rovinare l’atmosfera antica di questa splendida citta’ e cerchi di conservare la storia presente in ogni via del centro storico.
E finalmente complimenti agli artigiani che fanno buonissimi torroni e a tutti i cremonesi simpaticissimi che abbiamo conosciuto durante la nostra breve visita nella patria dei piu’ begli archi del mondo.
Ed ancora. La collezione del Museo Civico contiene 2 capolavori: uno di Caravaggio e l’altro dell’Arcimboldo. Abbiamo notato come sono ben organizzati e preparati a conservare tutti gli oggetti artistici che si trovano dentro.