Oggi leggendo Volo…
13/07/10
Potrebbe essere un effetto di grande curiosità per tanti autori italiani. Ma nel mio caso credo che sia stato un buco nero nella memoria.
Ricordo la prima sensazione dei libri di Volo. Come straniera che impara la lingua italiana, li avevo trovati molto semplici ed interessanti. Quando impari una lingua straniera, cerchi di leggere di più in questa lingua. Aiuta molto ad imparare velocemente ed arricchire la lingua studiata. Allora Volo l’avevo trovato proprio eccezionale per il mio studio della lingua italiana. Mica era noioso o poco interessante! Infatti i suoi libri li «mangiavo» ed aspettavo i suoi prossimi romanzi.
Ma oggi mi e’ tornato in mente quel pensiero di un anno fa, e ho capito con estrema chiarezza che, quello che leggo ne «Il tempo che vorrei», l’ho già letto negli altri suoi libri. A me e’ sembrato ripetitivo. Conosce certamente molti nomi di grandi musicisti, e’ ben preparato con i nomi dei libri e degli scrittori, e certamente conosce bene New York e chissà quante altre cose ancora. Ma questo basta per diventare scrittore? Penso di no. Era bello leggerlo all’inizio della sua corriera letteraria e magari avrei dovuto smettere con questa lettura già un anno fa, invece…
Ma ora finisco di leggere «Il tempo che vorrei» proprio per principio e chiudo per me questo capitolo intitolato «scrittore italiano Fabio Volo», anche se e’ molto bravo e mi e’ molto simpatico per quello che fa sia come attore che come conduttore.