Due opere in una serata.


Domenica scorsa siamo stati in un teatro lirico italiano. Sono appassionata di musica classica e sopratutto di quella italiana. Da molti anni avevo il desiderio di ascoltare un’opera italiana in un teatro lirico in Italia.

Quelli che leggono il mio diario sul mio sito «Un viaggio chiamato Russia» o seguono questo live journal hanno già visto l’articolo dedicato alla Scala a Milano. Mentre cercavamo delle informazioni per l’acquisto dei biglietti, avevamo saputo tante cose interessanti e nuove. Una di esse era straordinaria. Volevamo andare ad ascoltare «Cavalleria rusticana» di Pietro Mascagni ed avevamo saputo che storicamente la davano sempre insieme a «Pagliacci» di Ruggero Leoncavallo, una subito dopo l’altra nella stessa serata.

Conosco bene l’opera di Mascagni, ma quella di Leoncavallo non l’avevo mai ascoltata prima. Come tutti gli amanti della musica classica, conoscevo solo la famosa aria «Ridi pagliaccio».

Non siamo riusciti ad andare alla Scala per diversi motivi che ho descritto nel mio articolo dedicato a questo teatro, ma siamo stati fortunati di poter comprare 2 biglietti per il Teatro del Giglio. Ho provato a comprare i biglietti 5 volte nei mesi precedenti ed alla sesta volta sono riuscira ad andare in questo teatro storico per ascoltare la mia amata opera di Mascagni.

Quella sera per la tradizione storica abbiamo ascoltato due stupende opere.

E’ molto difficile descrivere quello che abbiamo visto quella sera al Teatro del Giglio. E’ stata una serata spettacolare! Dopo quello che abbiamo visto ed ascoltato in questo teatro non mi viene più la voglia di visitare la Scala. Il livello artistico di questi due spettacoli era così alto, che siamo rimasti stupiti.

Quando nell’opera italiana tu senti e capisci ogni parola e’ grazie all’alto livello artistico del cantante. Su questo ha scritto Luciano Pavarotti nel suo libro. All’inizio del suo studio del belcanto, per 6 mesi ha imparato a cantare solo le lettere e molti anni dopo trovava questo studio sempre molto importante. Se sai farlo, allora saprai cantare bene e far sentire bene ogni parola della frase che canti. Spesso quando ascolti l’opera senti solo la musica e la voce del cantante che canta chissà cosa.

Vorrei notare anche l’aspetto artistico di tutti gli attori di questi due spettacoli. Li chiamo attori non per lo sbaglio. Li abbiamo visti così’. Sono bravissimi cantanti lirici, ma sono anche attori drammatici non meno bravi. In certi momenti dimenticavamo di essere all’opera, ma ci sembrava di essere proprio a uno spettacolo drammatico accompagnato delle bellissime voci e della stupenda musica classica.

La musica fa sempre un certo effetto.Ti viene la pelle d’oca o ti scappano le lacrime. Quella sera pero quell’effetto l’hanno fatto sia la musica e le voci dei cantanti, sia la recitazione.

Vorrei dire ancora qualche parola di «Pagliacci». La versione del regista era straordinaria. I personaggi sono stati portati nel Novecento. Per i costumi sembravano gli anni 60. Gia’ per questo si guardava come uno spettacolo più moderno rispetto a l’opera classica.

I cantanti usavano non solo il palcoscenico ma anche lo spazio della sala per recitare la trama. Non riesco a descrivere le altre idee del regista usate nello spettacolo perché senza le foto (al teatro portiamo mai la macchina fotografica e neanche i cellulari) e’ difficile spiegarle.

Erano veramente due opere liriche di grande successo. Abbiamo visto la «nuova» opera che non ha perso la sua originalità ma sta vivendo una vita nuova. Si sono uniti l’opera ed il teatro drammatico. Nel caso di quelle due opere e’  avvenuta una cosa meravigliosa!

Ancora due momenti interessanti del teatro del Giglio.

Prima dello spettacolo, l’orchestra ha suonato l’inno italiano. Tutto il pubblico si e’ alzato e l’ha cantato, dopo di che l’orchestra ha cominciato a suonare la sinfonia della prima opera.

Sono arrivata al teatro vestita con la giacca di lana ed ho voluto lasciarla nel guardaroba. Ero l’unica che l’ha fatto. Non e’ la prima volta che vedo nei teatri italiani la gente che entra nella sala vestita con gli abiti e pellicce e non li lascia al guardaroba. Questa volta mi hanno chiesto di pagare 1 euro per il guardaroba 🙂

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