Lo sciopero all’italiana e’ un bene o un male?
Chi va spesso all’opera e compra i biglietti online mi capisce bene.
Di solito organizziamo i nostri viaggi in anticipo: guardo il repertorio dei teatri e scelgo gli spettacoli. Qualche settimana fa, tra le esibizioni per me interessanti, avevo notato anche La Carmen al Teatro Carlo Felice di Genova. Abbiamo pensato di andare ad una delle prime serate perche’ mi piaceva il cast: Sonia Ganassi, Francesco Meli e Alexander Vinogradov. Purtroppo, per diversi motivi, non siamo riusciti ad andare a Genova proprio in quel periodo. E oggi ho capito che siamo stati fortunati: i primi tre spettacoli sono stati annullati per lo sciopero del personale del teatro.
L’informazione sul sito delle prevendite spiegava: Tutti coloro che hanno acquistato i biglietti possono ritirare i loro soldi o cambiare la data dello spettacolo.
Pero’ ora mi viene in mente una domanda: nessuno del personale, e soprattutto dell’amministrazione del teatro, pensa al pubblico? Credo di no! E naturalmente neanche pensa al prestigio del teatro.
Mi stupisce sempre questo modo italiano di cercare di risolvere i problemi. Le persone che vanno all’opera, soprattutto gli appassionati, organizzano sempre le loro visite molto in anticipo. I biglietti comprati su Internet non si possono cambiare online, ne’, tanto meno, si puo’ andare a ritirare i soldi per uno spettacolo cancellato.
Se vai all’opera in un altra citta’ devi pagare l’albergo, e a volte anche l’ aereo. E cosa deve fare lo spettatore in questa situazione? Chi gli da’ indietro i soldi del viaggio.
In questa situazione, la persona «tradita» deve recarsi al teatro per forza non per il piacere di ascoltare un’opera desiderata, ma per ritirare i suoi soldi. Ma se si abita in un’altra citta’ o in un altro Paese??
Dopo queste brutte esperienze non viene piu’ voglia di andare a quel teatro.
Questo sciopero non e’ un modo per rovinare ancora di piu’ la cultura italiana?