Intervista con Anna Lazzari, insegnante e traduttrice di Viareggio.
Marina: Com’è nata l’idea di visitare la Russia?
Anna: La proposta del viaggio fu fatta da Elisabetta tramite il Centro di Cultura Russa di Pisa. Fu il Centro che organizzò il viaggio e ci dette una mano per i documenti. La particolarità fu che non dormimmo mai in albergo, ma sempre in casa, ospiti di specie di bed & breakfast casalinghi.
Marina: Quando ci sei stata e come hai scelto le città da visitare?
Anna: Ci sono stata nel 1999, a giugno, con due amiche: Silvia e – naturalmente – Elisabetta (la russista). Visitammo Pietroburgo (erano i giorni delle notti bianche) e Mosca. A me piace moltissimo la letteratura e visito spesso luoghi e città seguendo itinerari letterari. Ovviamente, per me, Pietroburgo significava essenzialmente vedere i luoghi di Dostoevskij (“Le notti bianche”, appunto) e Mosca quelli di Tolstoj (“Guerra e Pace”) e Bulgakov (“Il Maestro e Margherita”).
Marina: E’ stato il tuo primo viaggio in Russia? Per quanti giorni ci sei stata?
Anna: Sì, primo e – per ora 😉 – unico. Siamo state una settimana, troppo poco. Siamo atterrate a Pietroburgo e ripartite da Mosca. Il trasferimento l’abbiamo fatto in treno, di notte. Beh, di notte in realtà ne abbiamo vista poca. Le giornate erano lunghissime e ricordo il paesaggio tra Pietroburgo e Mosca dal treno: le isbe e le betulle in una luce strana, non quella del sole ma neppure quella della luna. Irreale!
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Marina: E finalmente l’ultima domanda. C’e’ stato qualcosa di particolare, di buffo, di indimenticabile in questo viaggio?
Anna: La serata al Bolshoi. Con Betta che contrattava comprammo i biglietti da un bagarino. I biglietti “ufficiali” per gli stranieri costavano almeno 50 dollari e noi li pagammo 7 dollari e 50, ovvero 200 rubli. Il valore facciale, però, era 14 rubli ☺. Fu un affarone per tutti. E la sera dovevamo far finta di essere russe: difficile se si parla italiano ☺. Ma le persone attorno a noi si accorsero del trucco e si misero a ridere: fantastico! Per non parlare dell’opera che vedemmo, di Čajkovskij, credo fosse “Opričnik» (L’ufficiale della guardia”). Una serata magica e tante risate.
Tutta l’intervista la potete leggere sul mio sito «Un viaggio chiamato Russia»:
http://www.amoit.ru/OpinioneItaliano/Anna.html