I «topi» all’opera.

La ricerca di un paio di scarpe per andare all’opera e’ finita cosi’: il risultato lo petete vedere in questa fotografia.

Topi da Jacobs

Andrebbero bene per liberare qualche posto all’opera, nel caso che i tuoi vicini nel buio li prendano per animaletti veri ;-).
Va bene, lasciamo perdere le scarpe e torniamo a parlare di opera.

Ieri sera la nostra celebrazione del bicentenario della nascita di Verdi si e’ completata con La Traviata.

Il 31 marzo l’associazione culturale «Ritorno all’opera» ha presentato al pubblico una delle piu’ belle opere del grande compositore al Nuovo Teatro Verdi a Montecatini Terme. Mi permetto qualche commento su questo spettacolo.

Stefanna Kybalova, nel ruolo di Violetta, e Sergio Bologna, che ha fatto la parte di Giorgio Germont, sono stati eccezionali e il successo di questi due cantanti e’ stato al di la’ di tutto meritevole. La soprano e’ stata talmente brava che durante tutto lo spettacolo, ascoltando la sua voce, mi venivano i brividi.
Il ruolo e’ difficile sia per le capacita’ vocali sia per la presenza costante sul palcoscenico in tutti e tre gli atti, cantando molto.

Un altro «eroe» di quella serata, Sergio Bologna, ha conquistato il pubblico subito dopo la sua prima apparizione nel secondo atto, in cui Verdi scrisse per il personaggio di Giorgio Germon molte bellissime arie. In questo cast Giorgio Germont ha eclissato Alfredo.

Stefanna Kybalova e Sergio Bologna sono veramente due stupende voci e bravissimi artisti.

La traviata

Devo notare che a me e’ piaciuto molto anche il Coro Lirico Aurea Parma, soppratutto la sua parte femminile.

All’Orchestra dei Cantieri d’Arte sicuramente mancava qualcosa: forse qualche musicista in piu’ o un’altra sala piu’ adatta all’opera lirica. La sala del Nuovo Teatro Verdi e’ molto grande, senza la buca per l’orchestra, e con poca acustica perche’ e’ stata costruita per un altro tipo di eventi musicali.

Quella sera al teatro anche certi «personaggi» del pubblico italiano erano in vena e canticchiavano insieme agli artisti le arie e i cori piu’ famosi dell’opera, conoscendole a memoria ;-).

Senza dubbio gli artisti sono riusciti a cogliere l’attenzione della sala e siamo rimasti «dentro la storia» fino all’ultima nota. Lo spettacolo ha avuto successo.

De Gregori.

Francesco de Gregori


Francesco de Gregori ormai e’ diventato un classico del suo genere. E’ un grande artista senza alcun dubbio e il concerto del 21 marzo a Lucca non era proprio male: un ottimo suono, luci stupende, belle e famose canzoni.

Tutti i biglietti sono stati venduti molti mesi prima del concerto.

Perche’ un artista va sul pascolscenico? Perche’ ha qualcosa da dire e da raccontare alla gente. Perche’ non sa vivere senza la musica, e il contatto dal vivo con il proprio pubblico diventa una specie di droga e di neccessita’. E’ strano ma al concerto di De Gregori mancava proprio questo contatto.

Si vedeva e si sentiva che sul palco c’era un bravissimo artista: cantava e suonava molto bene ma proprio senza nessun entusiasmo. I musicisti sembravano essere venuti non per la passione per quello che facevano, ma solo per motivo di lavoro: suonare presto e andar via subito dopo il concerto.

La sala del Teatro del Giglio era pienissima di fan di de Gregori che erano agitati e accompagnavano ogni canzone famosa con un grande applauso. Lui e’ stato molto preciso e ha inizato il concerto alle 21 senza ritardo, cantando una canzone dopo l’altra senza dire nessuna parola.

Purtroppo non si sentiva quell’atmosfera particolare che abbiamo visto, ad esempio, ai concerti di Zucchero, di Claudio Baglioni o di Fiorella Mannoia: loro condividevano la loro passione per la musica con il pubblico. Lo spettacolo musicale attirava la tua attenzione per tutto il tempo del concerto e rimanevi impressionato ancora dopo.

A parte questo il concerto era davvero bello. Giudicate da soli ;-).

 

Cucina giapponese, bella vista e rocca antica.

 

San Miniato

Quando ieri siamo arrivati a San Miniato, il mio primo pensiero e’ stato quello di esserci stata tanti anni fa. Pero’ negli ultimi giorni vedo sempre gente che mi pare di avere visto e conosciuto prima e quindi questa sensazione «di essere gia’ stata in questa citta'» non l’ho presa seriamente.

San Miniato, come tutte le citta’ antiche, e’ situata in cima a una collina. Nelle sue vie si possono girare film storici senza aver bisogno di costruire le scene.

Girare un film 😉

Posso passare le ore guardando il mare o le montagne. La loro bellezza e potenza mi attirano molto. Invece, ieri ho scoperto che posso trascorrere tanto tempo ammirando anche il paesaggio toscano dal punto piu’ alto della citta’, che a San Miniato si trova accanto alla rocca di Federico II. E’ fantastico! Guardandolo credi che Dio abbia creato l’Italia con una grande passione artistica.

San Miniato

A San Miniato siamo rimasti ammirati non solo dalla bellezza dei paesaggi e dall’atmosfera della cittadina, ma anche dalla cucina. La scelta casuale e’ stata quella giusta e ora vorrei fare una piccola pubblicita’ ad una osteria moderna.

Osteria moderna

L’abbiamo vista strada facendo. Entrando, abbiamo visto un piccolo locale arredato in modo particolare. Si vedeva che tutti gli oggetti erano stati scelti attentamente e messi insieme con buon gusto. Diciamo che non abbiamo visto nulla di estremamente nuovo ma abbiamo notato subito che era un posto piacevole e molto accogliente. I complimenti vanno non solo al suo proprietario ma anche al cuoco, a cui non manca la fantasia per creare piatti buonissimi e presentati in modo speciale.

Rosso Antico

Le decorazioni e l’atmosfera dentro ci hanno ricordato i caffe’ di Mosca: belle musiche leggere tipo de-Phazz, wi-fi estremamente veloce e gratis. La particolarita’ di questo posto e’ il sushi. La presenza di questo piatto giapponese ci ha meravigliati parecchio: anche in Italia e’ arrivata questa moda ;-). Se vi piace mangiar bene, leggero, in un’atmosfera simpatica e con prezzi buoni allora Rosso Antico in via 4 novembre 2 e’ per voi 😉

Duomo

Dopo 4 ore passate a San Miniato ero certa di esserci gia’ stata di passaggio 14 anni fa.
Poi abbiamo anche saputo che San Miniato e’ famosa per il suo tartufo bianco:-). La prossima volta vale la pena ritornarci per assaggiarlo o almeno perguardarlo ;-).

La voce di uno Stradivari.

Piazza del Duomo

Tornando da Parma abbiamo deciso di fare una breve sosta a Cremona.

Cremona e’ la citta’ dei grandi liutai: Amati, Stradivari e Guarneri. Credo non siano mai nati artisti migliori.

Suonare gli strumenti di questi grandi e’ l’onore e il sogno di ogni violinista e violoncellista. E’ un sogno difficilmente realizzabile per diversi motivi: gli strumenti costano una cifra pazzesca e solo pochi possono permetterseli. Hanno delle voci bellissime e rare. Il segreto della loro creazione se ne e’ andato con questi grandi artisti e nessuno e’ riuscito a riscoprirlo. Dopo quasi 400 anni rimangono sempre i migliori.

Tesori cremonesi

A Cremona ci sono due collezioni di archi: una piu’ ricca e l’altra piu’ piccola. La prima si trova al museo del Palazzo Comunale e la seconda al Museo Civico. Se vi capita di andare a Cremona e se siete musicisti o semplici appassionati di musica classica vi consiglio di non perdere un’occasione unica di ascoltare questi strumenti e andare ad una «audizione» al Palazzo Comunale. Per 15 minuti avrete la possibilita’ di vedere, ascoltare e godere da vicino di uno dei preziosissimi capolavori di Stradivari e Amati. Siamo stati fortunati ad assistere ad un breve concerto dopo aver visto la collezione degli archi del Palazzo Comunale. Immaginate una piccola stanza dove dentro le vetrine blindate si trovano 12 capolavori della produzione cremonese dal XVI al XX secolo costruiti dai grandi liutai: Andrea, Antonio, Gerolamo e Nicolo’ Amati, Antonio Stradivari, Francesco Ruggeri e Giuseppe Guarneri, detto «del Gesu'». Potete ammirarli attentamente immaginando come secoli fa sono stati costruiti per le persone nobili e i reali.

Ad una certa ora, nella sala accanto, organizzano delle cosiddette «audizioni»: viene un musicista che porta uno di quei 12 tesori che avete visto prima e ve lo presenta : racconta la sua storia, dice come si chiama e spiega il perche’ (ogni arco ha il suo proprio nome dato dal liutaio) e poi viene proprio quel momento magico quando il maestro vi fa ascoltare la voce dello strumento, suonando tre o quattro brani musicali.

Palazzo Comunale

Non riesco a descrivervi quanto ci ha colpito la possibilita’ di poter non solo vedere ma anche ascoltare la voce fantastica e indimenticabile di uno Stradivari. Quel violino che abbiamo ascoltato e’ stato creato dal grande maestro nel 1727. Lo strumento si chiama Vesuvius e appartiene all’ultimo periodo di produzione di Stradivari. L’ha fatto all’eta’ di 81 anni quando era gia’ un famosissimo e grande liutaio.

Stradivari comincio’ a costruire gli archi all’eta’ di 25 anni e lo fece fino all’ultimo giorno della sua vita. Fu un grande maestro e un grande ricercatore che cerco’ sempre di trovare le proporzioni e la vernice ideali per creare lo strumento perfetto.

Vesuvius fu di proprieta’ di diversi violinisti. L’ultimo, il violinista e compositore inglese Remo Lauricella, desidero’ che lo strumento tornasse nel posto in cui era stato creato. Dopo la sua morte, nel 2003, la citta’ di Cremona inizio’ una campagna di raccolta fondi per pagare le tasse relative alla preziosa eredita’ ed assicurarsi lo strumento. Grazie agli appassionati del settore, la cifra richiesta fu raccolta e il 3 novembre 2005 il violino lascio’ l’Inghilterra’ e arrivo’ a Cremona.

La collezione degli Archi di Palazzo Comunale contiene 12 strumenti. Invece a Mosca ce n’e’ un’altra piu’ numerosa, composta da 22 strumenti. Fa parte della piu’ grande Collezione Statale di strumenti ad arco del mondo.

Cremona

Nel lontano 1878, il negoziante moscovita Konstantin Tretjakov dono’ al Conservatorio di Mosca la sua collezione di preziosissimi violini (15 strumenti). Konstantin Tretjakov non era un parente di Pavel Tretjakov, un altro mecenate russo che tutti conoscono per la sua collezione di pittura russa. Questa fu un regalo di Pavel alla sua citta’, e piu’ tardi fu la base della famosa Galleria Tretjakov. Konstantin era solo un omonimo di Pavel ma tutti e due fecero molto per il loro Paese e per Mosca. Tutti e due furono dei grandi mecenati.

Allora, nel 1878 Konstantin Tretjakov regalo’ la sua Collezione al Conservatorio di Mosca ad una sola condizione: «Gli strumenti non possono mai essere venduti o scambiati con altri; devono rimanere sempre di proprieta’ del Conservatorio ed essere usati dagli studenti piu’ poveri ma bravi». Nel 1919 in USSR decisero di fondare una Collezione Statale di strumenti ad arco, per preservarli e prestarli agli studenti e ai musicisti piu’ bravi.

La collezione di Konstantin Tretjakov, che conteneva dei violini Stradivari, Amati, Guarneri, Bergonzi, Albani, Grancino, Maggini, nel 1919 divento’ parte della Collezione Statale. Nel 1924 la Collezione conteneva gia’ 111 strumenti ad arco. Nella Seconda Guerra Mondiale gli strumenti furono portati sugli Urali. Dopo la fine della guerra, furono tutti riportati a Mosca.

Nel 2009 la Collezione Statale ha compiuto 90 anni. In vari musei di Mosca, ed anche in Italia, a Cremona, hanno organizzato mostre dove sono stati esposti numerosi strumenti della Collezione, tra cui 11 violini Stradivari, dei violoncelli Amati, dei violini Guarneri del Gesu’. E’ difficile vedere tutti questi tesori insieme in una mostra perche’ non li espongono quasi mai.

Ma questi strumenti possono anche essere ascoltati! La Collezione Statale di strumenti ad arco e’ l’unica collezione nel mondo che suona! Gli strumenti non sono esposti dentro le vetrine dei musei ma suonano nelle mani dei piu’ bravi musicisti russi, partecipano a concorsi musicali di importanza mondiale. Come fu deciso da Konstantin Tretjakovo ormai 125 anni fa, questi strumenti vengono dati ai piu’ bravi scolari e a celebri musicisti russi per
essere suonati. Negli anni, gli strumenti di questa collezione sono stati suonati dai grandi: David Oistrakh, Mstislav Rostropovic, Leonid Kogan, Vladimir Spivakov, Yrij Bashmet e molti altri.

Gli strumenti fatti dai grandi maestri devono essere suonati, altrimenti muoiono!

Nel 2010, 300 violini, viole e violoncelli sono stati spostati dalla Collezione Statale al Museo Statale della Cultura Musicale M.I. Glinka e speriamo che nel 2013  gli strumenti costruiti dai grandi liutai italiani, suonati anche dai grandi musicisti russi, siano di nuovo mostrati al pubblico.

Piazza del Duomo

A parte gli archi, a Cremona c’e’ un Duomo spettacolare che vi consiglio di vedere non solo di giorno ma anche di sera, quando e’ illuminato dalle luci. E’ un vero spettacolo!

La prima impressione la puoi avere una volta sola. Su Cremona possiamo dire che essa e’ stata molto positiva. In questa citta’ abbiamo incontrato delle persone sorridenti e con un buon senso di umorismo: a cominciare dal proprietario della locandina dove abbiamo alloggiato per finire al cuoco di una osteria.

Caffe' di Cremona

A proposito delle osterie. Non so spiegare il perche’ ma a Cremona e’ difficile trovare un ristorante. Ce ne sono e tanti ma non troverete nessuna insegna e nessun cartello grande che li indichi. Tutti i cartelli sono simpatici ma piccoli, e non si vedono certamente da lontano. Puo’ darsi che il municipio di Cremona abbia fatto una legge che non permette di rovinare l’atmosfera antica di questa splendida citta’ e cerchi di conservare la storia presente in ogni via del centro storico.

E finalmente complimenti agli artigiani che fanno buonissimi torroni e a tutti i cremonesi simpaticissimi che abbiamo conosciuto durante la nostra breve visita nella patria dei piu’ begli archi del mondo.

Caffe' della citta'

Ed ancora. La collezione del Museo Civico contiene 2 capolavori: uno di Caravaggio e l’altro dell’Arcimboldo. Abbiamo notato come sono ben organizzati e preparati a conservare tutti gli oggetti artistici che si trovano dentro.

 

Nabucco.

Nabucco

E’ stato scritto nel 1841 e presentato al pubblico per la prima volta alla Scala nel 1842. Il Nabucco e’ la terza delle 25 opere di Giuseppe Verdi.

La scomparsa della prima moglie di Verdi, Margherita Barezzi, di due dei loro figlioletti, e  l’insuccesso delle prime due opere  avevano ferito molto il giovane compositore, tanto che lui prese la decisione di non scrivere piu’.
Un incontro casuale con Bartolomeo Mirelli, l’impresario della Scala, cambio’ completamente la vita di Verdi. Mirelli lo persuase a dare un’occhiata al libretto «Nabucodonosor», di Temistocle Solera, che non era piaciuto al compositore Otto Nicolai. L’aveva trovato brutto per scrivere un’opera. Invece il testo colpi’ molto il giovane Verdi: diverse scene interessanti, personaggi straordinari, preghiere, profezie e imprecazioni.
Il soggetto biblico del Nabucco, re di Babilonia, le sofferenze degli Ebrei, la perfidia di Abigaille, che a ogni costo desidera il potere, coinvolsero tanto il compositore che cosi’, nota dopo nota, scrisse tutta l’opera.

La prima rappresentazione alla Scala, il 9 marzo del 1842, fece furore. Mirelli che aveva avuto una grande pazienza ed aveva creduto al talento di Verdi, supero’ tutte le difficolta’ che accompagnarono il primo spettacolo. Si arrischio’ a dare il Nabucco insieme ad altre tre opere di grandi compositori e non si sbaglio’. In un solo giorno Verdi divento’ famoso! Gaetano Donizetti, avendo ascoltato Il Nabucco, disse molte belle parole al suo giovane collega. Fu un vero e grande trionfo di Verdi, e da li’ inizio’la sua celebre carriera.

La nostra celebrazione dell’anno verdiano va avanti e, dopo aver assistito al Rigoletto e a un Ballo in Maschera, siamo andati ad ascoltare il Nabucco sempre al Teatro Regio di Parma.

Una stupenda serata in un bellissimo teatro e nella splendida compagnia del nostro tovarish Mattia.
Questa volta il bis e’ stato chiesto proprio al coro.
Il Nabucco e’ una delle poche opere dove il coro fa la parte generale. Il coro del Teatro Regio e’ fantastico. «Va pensiero» cantato da piu’ di 60 persone ha fatto un grande effetto. Famosissimo e bellissimo, il coro del Nabucco e’ diventato un vero inno alla liberta’ ed ha fatto di Verdi un eroe nazionale.

 

Katia Ricciarelli.

Katia Ricciarelli e Roberto Lorenzi

Roberto Lorenzi

L’Istituto Boccherini ha organizzato un concerto/rappresentazione per un gruppo di ispettori dell’UNESCO che hanno trascorso qualche giorno a Lucca. La sala dei concerti era piena zeppa perche’ l’ospite speciale era Katia Ricciarelli.

I giovani cantanti hanno eseguito delle arie di famosi musicisti e poi ognuno ha avuto l’onore di cantare un duetto assieme alla grande Katia.

Io descriverei questo concerto con una frase: i cantanti erano molto bravi invece Katia Ricciarelli era molto bella.

Maslenitsa!

In Russia e’ iniziata la Maslenitsa!!!


Maslenitsa (settimana dei bliny) e’ considerata la sola, originale festivita’ russa di sapore carnevalesco che risale al tempo dei pagani e cioe’ a tempi antichissimi. La si festeggia sette settimane prima di Pasqua e per complessivi sette giorni. Ogni giorno di Maslenitsa e’ contraddistinto da un suo proprio nome:
lunedi’ — giornata dell’incontro (vstrecha)

martedi’ — le ragazze fanno delle avances ai ragazzi

mercoledi’ — giornata del ghiottone (lakomka)

giovedi’ — baldoria sfrenata (razgul)

venerdi’ — serata in compagnia della suocera (tesciny vechera)

sabato — serata organizzata dalla cognata (zolovkiny posidelki)

domenica — addii (provody) — si celebra la giornata del perdono (voskresen’e proscenija)
Leggere tutto l’articolo : http://www.amoit.ru/Feste/Maslenitsa.htm