A voi piace di piu’ ricevere o fare i regali?

Credo sia piacevole per ciascuno riceverli. A me piace di piu’ farli: pensare molto prima cosa regalare, come incartare il regalo e con quale parole accompagnarlo. Cerco sempre di trovare qualcosa di particolare e mi diverto nella scelta.
Di solito la vita di una confezione e’ corta e finisce quasi sempre in un cestino. Ma ci sono dei casi rari e fantastici in cui alla persona che riceve il regalo non manca la fantasia e sono io a meravigliarmi quando vedo la nuova vita della stessa confezione.
Cosi’ e’ successo l’anno scorso quando, per Capodanno, ho regalato alla mia carissima amica Anna una shopper. Conoscete quelle borse di stoffa che si chiudono e diventano piccolissime? Si chiamano ecologiche perche’ possono essere usate al posto delle buste di plastica.
Allora, come al solito, ho pensato anche a come impacchettare il mio regalo e mi e’ venuto in mente di far cucire da una sarta una busta simpatica della stoffa di lino di una famosissima manifattura di Mosca, Trekhgorka. Ho messo la shopper in questa bustina unica e l’ho regalata ad Anna.
Insieme al regalo le ho dato l’idea di come usarla dopo: metterci dentro delle erbe secche per fare il sachet. Invece ad Anna e’ venuta un’idea piu’ originale e, secondo me, tanto straordinaria che ho deciso di raccontarvela.
Ha messo dentro al sacchettino i numeri per giocare a Bingo e li usa a scuola quando interroga i suoi allievi: prende a caso un numero e risponde lo studente al cui cognome corrisponde lo stesso numero nella lista degli allievi ;-).

 

Seconda stagione dei “Concerti degli Angeli Custodi” e della nuova associazione culturale “Lucca Opera Festival”

Conferenza stampa

Arcivescovo di Lucca, S.E. Mons. Italo Castellani; Francesco Casali; Sindaco di Lucca, Prof. Alessandro Tambellini; Mattia Campetti

Direttore artistico Mattia Campetti presenta il programma

 

Il 26 aprile presso l’Oratorio degli Angeli Custodi e’ stata organizzata una conferenza stampa. Alla conferenza dedicata alla nuova stagione concertistica erano presenti l’Arcivescovo di Lucca, S.E. Mons. Italo Castellani, e il Sindaco di Lucca, Prof. Alessandro Tambellini.
Il successo dei Concerti degli Angeli Custodi l’anno scorso ci fa sperare che anche la nuova stagione concertistica ci regali tanti bei momenti musicali. Il programma e’ vario e molto interessante.
Grazie a questa splendida iniziativa di Mattia Campetti e dei suoi colleghi e compagni, e’ stato riaperto uno dei bellissimi Oratori di Lucca. I concerti hanno la sede in questo tempio artistico e spirituale. Ascoltare delle belle musiche e belle voci in un posto come questo e’ una meraviglia.
A parte questa stupenda attivita’, dal mese di gennaio 2013 si svolge un altro grande progetto: Lucca Opera Festival. Grazie al direttore artistico dei Concerti degli Angeli e cantante lirico Mattia Campetti, al compositore lucchese Federico Favali e ai loro colleghi, il pubblico avra’ la possibilita’ di vedere le opere allestite da giovani artisti nei teatri della provincia di Lucca.

Il 25 e il 26 maggio al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo l’associazione presenta «Le nozze di Figaro» di W.A. Mozart.


A tutti gli organizzatori e partecipanti auguro di ripetere il grande successo dell’anno scorso e averlo sempre negli anni successivi!

Concerto di Alexander Frey

La giornata del 23 aprile, piena di studi sia di russo sia di italiano, e’ terminata con il primo concerto della nuova stagione concertistica degli Angeli Custodi.
E’ stata una stupenda fine di giornata. Il pianista e direttore d’orchestra americano Alexander Frey ha presentato un programma particolare composto dalle opere di Leonard Bernstein, del fantastico George Gershwin e di Francesco Cipriano. Per «dessert» ha proposto qualche brano musicale da film.
Con questo concerto raffinato e’ iniziata la seconda stagione dei «Concerti degli Angeli Custodi» e della nuova associazione culturale «Lucca Opera Festival». Mi spiace per tutti coloro che non sono riusciti a venire martedi’ scorso all’Oratorio degli Angeli Custodi in via dell’Angelo Custode 28. Hanno perso una buona occasione di assistere a un bel concerto in una piacevole atmosfera famigliare e non hanno goduto dell’esecuzione profonda di Frey.
Se non avete sentito Alexander Frey, allora venire ad ascoltare Federico Nicoletta che, assieme a Simone Nicoletta e a un ospite speciale, il tenore Giancarlo Monsalve, si esibiscono tutti insieme in un concerto dedicato al piu’ grande dei compositori italiani Giuseppe Verdi.
Allora, Viva Verdi il 5 maggio all’Oratorio degli Angeli Custodi!


Per informazioni e biglietti:
www.iconcertidegliangeli.com

www.luccaoperafestival.com

Artemisia Gentileschi

Attenzione a tutti!! Non perdete l’occasione di vedere due interessantissime mostre a Palazzo Blu di Pisa!

La visita di tutte e due e’ gratuita.


Una e’ dedicata ad Artemisia Gentileschi, una pittrice del Seicento. L’altra presenta i costumi di scena della famosa Anna Anni e dell’Officina Cerratelli.
Il mondo del cinema, dell’opera e del balletto e’ presentato ai visitatori attraverso gli stupendi costumi disegnati da Anna Anni. Per molti anni ha avuto un legame professionale con Franco Zeffirelli.Il sottofondo musicale di stupende opere italiane, le sale artistiche di Palazzo Blu e una stupenda «messa in scena» dei costumi danno a questa mostra una bellissima cornice visuale.

Mentre visitate l’esposizione dei costumi non fermatevi ma proseguite nelle altre sale. Li’, nella penombra delle stanze, vi aspetta un altro incontro, questa volta con l’arte di Artemisia Gentileschi.

Parlando dell’arte del Seicento, pochi possono ricordare almeno un nome femminile. Infatti dei grandi conosciamo solo gli uomini. Forse le donne non sono state tanto brave da rimanere nella storia. Invece Artemisia Gentileschi e’ uno dei grandi artisti del Seicento.

Nel 1916 Roberto Longhi scrisse: «l’unica donna in Italia che abbia mai saputo che cosa sia pittura, e colore, e impasto, e simili essenzialità…».
Artemisia Lomi Gentileschi nacque a Roma l’8 luglio del 1593. Fu una pittrice italiana di scuola caravaggesca e questo si puo’ notare subito alla mostra dalle sue opere. Imparo’ la pittura da suo padre, pittore toscano, Orazio Gentileschi.
A quell’epoca avere una carriera artistica era difficile perché era piena di ostacoli per una donna.Ma lei lavoro’ accanto a suo padre e potè osservare da vicino molte opere che vari pittori producevano intorno a lei: la Galleria Farnese affrescata da Annibale Carracci, la Chiesa di S. Luigi de Francesi dove lavoro’ Caravaggio. Nella Chiesa di S. Maria del Popolo osservo’ gli affreschi di Guido Reni e Domenichino.
Nel 1611 Artemisia vide alcune opere finalmente completate, tra cui La Sala Regia dove suo padre, insieme a Giovanni Lanfranco, Carlo Saraceni e Agostino Tassi, aveva fatto le decorazioni.
Agostino Tassi era un pittore di paesaggi e vedute marine. A lui Orazio Gentileschi affido’ sua figlia per insegnarle come costruire la prospettiva in pittura. Tassi si innamoro’ di Artemisia e tra di loro nacque una relazione. Il padre scoperse la tresca e fece arrestare e processare Tassi per stupro. Quell’ultimo era già sposato, ma separato e pare avesse una storia con la sorella della moglie.
Al processo Artemisia cerco’ di salvare Tassi e dichiaro’ di essere ancora vergine, ma alle prove ginecologiche venne fuori la menzogna. Il giudice per chiarire la situazione mise sotto tortura Artemisia di fronte al Tassi e lui per salvare l’innamorata confesso’ di averla violentata.
A quell’epoca non essere vergine senza essere sposata corrispondeva ad una condanna sociale.
Esistono diverse interpretazioni di questo processo e non possiamo essere sicuri di come fossero davvero le cose, ma questa storia ha ispirato diversi scrittori ed anche registi.
Dopo il processo, Artemisia si allonto’ dal padre. Presumono che lei lo considerasse responsabile di quello che era accaduto.
Un mese dopo il processo Artemisia sposo’ un artista fiorentino, Pietro Antonio di Vincenzo Stiattesi, che assieme a lei aveva frequentato l’Accademia del Disegno e dove, nel 1616, lei entro’ come socio ufficiale.
A Firenze ricevette il sostegno della famiglia De Medici e quella Buonarroti, dai quali ebbe la commissione di completare un affresco all’interno della loro residenza.
In quel periodo conobbe Galileo Galilei e diventarono amici.
Nel 1622 Artemisia ritorno’ a Roma dove rimase per alcuni anni. Lavoro’ molto e riusci’ a realizzare diversi quadri. Una delle opere piu’conosciute e raffinate di quel periodo e’ «L’Autoritratto dell’allegoria della Pittura»: ritrasse se’ stessa durante il lavoro. L’opera fu acquistata dal Re Carlo d’Inghilterra tra il 1639 e il 1649 ed entro’ a far parte della Royal Collection.
Tra l’agosto del 1630 e il novembre 1637 la pittrice soggiorno’ a Napoli, dove incontro’ Velazquez, e tutti e due lavorarono per la Regina Maria d’Austria.
La sua vita e’ un vero romanzo in cui c’e’ un po’ di tutto: una bella e triste storia d’amore, degli incontri con famosi personaggi storici, la conoscenza di grandi artisti, la creazione della sua arte. E’ l’unica pittrice del Seicento rimasta nella storia d’Arte.

Idee geniali

A volte le idee geniali sono semplici e le incontri per strada. Un negozio dove vendono la musica pop e rock ha organizzato sabato scorso una manifestazione musicale. Il particolare di questo concerto lo potete vedere nel video.

In citta’ c’e’ anche un altro negozio musicale specializzato in musica classica e opere. Per popolarizzare questo genere musicale si potrebbe organizzare qualcosa di simile anche nella vetrina di quel negozio. A Lucca i bravissimi cantanti lirici non mancano. Che ne dici, Mattia? 😉

14 aprile. Cremona.

Edoardo Zosi, Maria Grazia Bellocchio

La maratona culturale che e’ iniziata a Torino l’11 aprile con il Don Carlo di Giuseppe Verdi e’ terminata il 14 aprile a Cremona con il concerto del violinista Edoardo Zosi e la pianista Maria Grazia Bellocchio.
Quest’ultimo e’ andato in scena nella sala di San Domenico del Museo Civico e ha avuto un estremo successo con due splendi di bis. La particolarita’ di questo evento musicale e’ stata la partecipazione del terzo grandissimo artista, il violino Hammerle (1658) costruito dal grande liutaio Nicolo’Amati.
Nel programma del concerto sono stati presentati:
Sonata Op.18 in Mi bemolle maggiore di Richard Strauss, Quattro pezzi Op.7(Vier St¸cke) di Anton Webern e Sonata No.2 in Sol maggiore di Maurice Ravel.
Vi invito a godere la voce di questo raro e straordinario strumento, che e’anche uno dei migliori del mondo.

 

 

13 aprile. Bologna. Norma.

Mariella Devia, Aquiles Machado

Gianluca Floris, Sergey Artamonov, Carmela Remigio

Michele Mariotti, Alena Sautier, Carmela Remigio

Il 13 aprile al Teatro Comunale di Bologna e’ stata presentata la Norma di Vincenzo Bellini, la piu’ bella delle opere del compositore italiano. Gli storici dicono che la famosissima aria «Casta Diva» fu riscritta da Bellini8 volte.

E’ stata una serata veramente speciale: il cast fantastico, la direzione di Michele Mariotti e, finalmente, il debutto della favolosa Mariella Devia nel ruolo di Norma, cosi’ atteso dal pubblico.
Quando uno spettacolo e’ fatto da grandi artisti le parole diventano inutili. Bellissime voci, interpretazioni profonde e stupende musiche hanno regalato tante emozioni al pubblico.
Devia, cosi’ amata dagli appassionati d’opera, e’ stata la vera diva della serata. La sua «Casta  Diva», al primo atto, e’ stata cosi’ bella e profonda che ha fatto esplodere la sala con un lungo e forte applauso.
L’opera ha numerosi duetti e terzetti e bellissime arie, che nella interpretazione di Mariella Devia (Norma), Carmela Remigio(Adalgisa) e Aquiles Machado (Napoleone, Pollione) erano semplicemente fantastici!
Di Devia non c’e’ bisogno di parlare molto. Bisogna andare ad ascoltarla!
Carmela Remigio nel ruolo di Adalgisa e’ una fantastica mezzo soprano ed e’diventata l’altra diva della serata: una voce bellissima e potente, laleggerezza con cui ha cantato e la profondita’ dell’interpretazione l’hanno messa allo stesso livello di Devia.
Il grande successo dell’opera e’ dovuto anche al giovane e talentuoso direttore d’orchestra Michele Mariotti, tanto amato e ammirato a Bologna ecredo non solo li’.
Un’altra bella voce e’ il basso russo Sergey Artamonov, che cantava nel ruolo di Oroveso.
Fa sempre un grande piacere vedere dei bravissimi cantanti lirici russi cantare sempre piu’ spesso con successo nei migliori teatri mondiali, e non solo il repertorio russo.
P.S.: Qualche parola sull’impressione che ho avuto rivedendo Bologna 10 annidopo la nostra ultima visita. Un’immagine indimenticabile della serata di sabato di due mondi compettamente diversi: quello intellettuale dentro ilteatro e l’altro, di fuori. L’abbiamo «gustato» nella pausa dello spettacolo: una sporchissima piazza davanti al teatro, piena di gioventu’seduta per terra, che beveva, fumava e urlava; le passeggiate di ragazzi mezzo ubriachi con le bottiglie in mano. Attorno si poteva vedere un sacco di bicchieri di plastica e cartacce buttati dappertutto; i muri tutti sporcati dai graffiti. Non si sono dimenticati di sporcare neanche il teatro, che da fuori e’ una vera tristezza :-(. La mattina dopo,dappertutto, si vedevano le tracce della baraonda di sabato sera. Sulle strade del centro storico non mancava neanche il vetro rotto che rischiava di bucare le gomme della nostra auto.
Andavamo via e mi turbava un unico pensiero: come mai una delle bellissime citta’ italiane, ricca di storia, si distrugge con velocita’ cosi’ estrema.Cosi’ dovrebbe essere la citta’ degli studenti e della prima Universita’ europea??? Non esagero per niente quando vi dico che nel centro storico non ho visto proprio NESSUN palazzo pulito e in una buona condizione: ogni edificio storico «cade a pezzi» ed e’ proprio tutto sporco.

Norma, Teatro Comunale di Bologna

Mariella Devia

Norma, Teatro Comunale di Bologna

Norma, Teatro Comunale di Bologna

Norma, Teatro Comunale di Bologna

11 aprile. Torino. Don Carlo

Teatro Regio di Torino

Teatro Regio di Torino

Don Carlo

La prima del Don Carlo al Teatro Regio di Torino ha avuto un vero e proprio successo. In parte era prevedibile. Il cast parlava da se’: Barbara Frittoli, nel ruolo di Elisabetta di Valois; Ramon Vargas, che ha interpretato Don Carlo; Ildar Abdrazakov che ha cantato la parte di Filippo II, re di Spagna; Gianandrea Noseda, il direttore d’orchestra; Hugo de Ana, regia, scene e costumi.

In questa regia si sono unite la bellezza estrema del canto e quella dello spettacolo. Se mi chiedete che cos’e’ la magia dell’opera, vi rispondo che e’ il Don Carlo al Teatro Regio! Una messa in scena classica, bellissimi e ricchissimi costumi, delle scene grandiose assieme alle voci magnifiche e delle stupende interpretazioni hanno subito portato questo spettacolo ad un altissimo livello artistico. Hugo de Ana ha creato un vero capolavoro operistico! Non ho parole, ma solo forti emozioni!

Tutto e’ cosi’ armonioso e naturale che svanisce il confine tra l’interpretazione e la realta’, e il pubblico comincia a credere di assistere ad un evento reale.

Noi abbiamo scelto questo spettacolo per due motivi: primo, perche’ e’ un’opera del grande Giuseppe Verdi e, secondo, per il cast. Sinceramente da Barbara Frittoli e Ramon Vargas io mi aspettavo qualcosa di piu’, invece sono rimasta molto colpita dalla voce e dell’interpretazione di Ludovic Tezier nel ruolo di Rodrigo, marchese di Posa.

L’ammirabile basso Ildar Abdrazakov e’ stato eccezionale nel ruolo di Filippo II. E’ veramente un grande artista proveniente dalla Russia che da anni canta in tutti i principali teatri lirici del mondo.

Senza dubbio valeva la pena fare 700 km per vedere questo capolavoro!

Un’altra piacevole sorpresa di quella serata e’ stata l’incontro con Svetlana Kasyan. Una giovanissima e simpaticissima ragazza si e’ seduta davanti a noi. Ci ha sentito parlare in russo e si e’ presentata. Cosi’, senza neanche immaginare qualcosa di simile, abbiamo conosciuto una futura diva d’opera ;-). Glielo l’auguro di tutto cuore! Il suo debutto al Teatro
Regio nel ruolo di Elisabetta di Valois assieme a Barbara Frittoli e’ una vera fortuna e un buon inizio di carriera. Ha appena finito il Conservatorio di Mosca, canta al Teatro Bolshoj. Vorrei augurarle una lunga e felice vita artistica non solo in Russia ma anche in tutto il mondo.

Ci fa sempre un immenso piacere trovare i nostri compatrioti a cantare nei migliori teatri lirici del mondo!

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Don Carlo, Giuseppe Verdi

Il concerto dell’Orchestra dei Giovani dell’Unione Europea sotto la direzione di Vladimir Ashkenazy.

San Frediano, Lucca

San Frediano, Lucca

Vladimir Ashkenazy

Vladimir Ashkenazy

Vladimir Ashkenazy

Vladimir Ashkenazy

Il concerto del 5 aprile alla Chiesa di San Frediano di Lucca ha avuto un grande successo: non e’ rimasto un posto libero e, dopo il concerto, sia il pubblico sia l’orchestra hanno chiesto il bis dal grande maestro.
L’orchestra, composta da circa 100 giovani musicisti, ha presentato al pubblico «Daphnis et Chloe» di Maurice Ravel e «Le sacre du printemps» (La sagra della primavera) di Igor Stravinskij. Gli spettatori andavano dai 7 agli 80 anni e sono venuti a San Frediano per ascoltare il concerto diretto dal grande musicista Vladimir Ashkenazy.

Vladimir Ashkenazy e’ stato un grande pianista e direttore d’orchestra sovietico (prima del 1962) e islandese (dal 1969). Ora abita in Svizzera, di cui ha anche la cittadinanza.

Il babbo di Vladimir, David Ashkenazy, era un pianista virtuoso di varieta’ molto conosciuto nella ex USSR.

Nel mese d’aprile del 1955 Vladimir Ashkenazy fece il suo primo concerto nella Sala Grande del Conservatorio di Mosca, composto solo dalle opere di Chopin, e nello stesso anno comincio’ gli studi presso il Conservatorio di Mosca nella classe del professore Lev Oborin.

Nel 1956 vinse il secondo premio al prestigioso Concorso Chopin a Varsavia e il primo premio al Concorso della Regina Elisabetta a Bruxelles. Nel 1957 fece la sua prima tournee in Germania.

Nel 1962 ricevette il primo premio al prestigioso Concorso Mondiale Tchaikovsky a Mosca, che condivise con un pianista inglese, John Ogdon.

Poco prima del Concorso Tchaikovsky, nel 1961, Vladimir conobbe una giovane pianista islandese venuta a Mosca per perfezionare i suoi studi presso il Conservatorio. La sposo’ e nel 1968 si trasferirono in Islanda. 10 anni dopo tutta la famiglia ando’ a vivere a Lucerna.

Dalla seconda meta’ degli anni settanta, Ashkenazy fece anche il direttore d’orchestra: nel 1981 divento’ il direttore dell’Orchestra Filarmonica di Londra e dal 1987 al 1994 fece il direttore d’Orchestra alla Filarmonica Reale.

Dagli anni sessanta aveva fatto numerose registrazioni presso diverse famose case discografiche: suono’ e registro’ tutte le opere di Chopin, Rachmaninov, Skrjabin, Brahms, Liszt e 5 concerti per il fortepiano di Prokof’ev.

Vladimir Ashkenazy ha vinto 7 Grammy per la miglior «Interpretazione di musica classica».

Ha due figli e tre figlie.

Delle mie impressioni questa volta scrivo ben poco, perche’ non vorrei cercare di analizzare questo tipo di musica classica. Non e’ stato facile ascoltarla. Stravinskij e’ un genio riconosciuto in tutto il mondo, ma la famosissima «Sagra della primavera» non e’ stata capita e neanche apprezzata da noi. E’ una musica molto difficile e poco comprensibile per gli ascoltatori «classici». Se uno non e’ musicista di professione o un esperto musicale che sa tutto di composizione, ha secondo me difficolta’ a capire e apprezzare l’aspetto rivoluzionario e la genialita’ di questa opera musicale. Puo’ darsi che «La sagra della primavera» sia una specie di «musica d’autore», come i film di Pasolini: bisogna conoscere bene il «dietro le quinte» per capire il capolavoro.

Il bis e’ diventato un vero dono dopo un concerto impegnativo: Pavane di Gabriel Faure’ e’ di una bellezza eccezionale.

Coppelia.

Coppelia e’ un balletto di Leo Delibes. Bellissime musiche e una storia di Hoffmann lo rendono molto attraente.
Veramente ho trovato strano di non averlo mai visto prima, ma ho riconosciuto subito le musiche. Diciamo che anche gli appassionati del balletto e dell’opera come me non conoscono proprio tutto :-).
Allora, senza aver visto prima la versione classica, abbiamo assistito a quella moderna di Fabrizio Monteverde al Teatro del Giglio, presentata dal Junior Balletto di Toscana.
Non e’ stata proprio male. I ragazzi erano bravi, ma anche conoscendo la storia non si poteva capire nulla di quello che succedeva sul palcoscenico.
Il balletto e’ un’arte che parla al pubblico attraverso danza, gesti e muovimenti. Sul palco c’era una danza talmente moderna e ben fatta che sarebbe potuta andar bene per uno degli show della RAI ma di Coppelia e’ rimasto ben poco. Solo due personaggi erano realistici: il dottor Coppelius e Coppelia.  La storia d’amore non siamo riusciti a vederla per niente.
Lo spettacolo e’ cominciato «ad alta velocita'» e l’ha mantenuta fino alla fine, ma dopo un’ora ha iniziato a girarci anche la testa: la presenza, quasi costante, di 20 ballerini sul palcoscenico, vestiti in rosso o in bianco che correvano e saltavano senza pause era un po’ troppo.
A parte questo, tutto il resto e’ stato veramente bello: le luci, le coreografie, i costumi, le danze e certamente i bravissimi ragazzi.
Ora vale la pena di vedere la Coppelia classica!