Week-end a Torino, una delle piu’ belle citta’ italiane

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Tornare a Torino e’ sempre un immenso piacere perche’ ci abita la nostra carissima amica Isa. Ogni incontro con lei e’ una marea di emozioni positive!

Oramai da qualche anno c’e’ anche un altro motivo per cui veniamo piu’ spesso in questa citta’: andare all’opera al Teatro Regio.

Devo dire che in Italia questo teatro e’ uno dei pochi dove la stagione musicale e’ molto lunga: comincia nel mese di ottobre e finisce a luglio. Durante questo periodo il pubblico ha il piacere di assistere a 12 opere e diversi concerti.

Il teatro e’ stato ricostruito dopo l’incendio del 1936. Ora viene considerato uno dei migliori in Europa per l’acustica.

Qua abbiamo già assistito a diverse opere e questa volta ci siamo ritornati per il Guglielmo Tell di Rossini. E’ l’ultima opera, e la piu’ lunga, del grande compositore. Chissa’ perche’ dopo il Tell, negli ultimi 30 anni della sua vita, Rossini decise di non scrivere piu’ opere.

Questa volta e’ stato molto difficile prendere i biglietti. Era tutto esaurito gia’ qualche mese prima dello spettacolo, ma all’ultimo momento siamo stati fortunati ad ottenerne due.

Questa versione di Guglielmo Tell e’ stata realizzata dal famoso regista inglese Graham Vick per il festival Rossini a Pesaro nel 2013. Ha sollevato molte polemiche ma io le lascio da parte (le recensioni possono essere lette su Internet) e parlo solo della mia impressione. Vedere uno spettacolo cosi’ bello e’ una vera e propria fortuna. All’opera e’ sempre la musica a farla da padrona, ma se quello che succede sul palco attira lo sguardo dello spettatore per tutto lo spettacolo fino all’ultima nota, questo vuol dire che il regista e’ riuscito a fare un gran bel lavoro. Cosi’ e’ lo spettacolo di Vick. Il tutto era talmente piacevole che non senti nessuna stanchezza dopo 5 ore passate a teatro.

Non sono una grande appassionata di regia moderna all’opera, perche’ credo siano pochi i registi che sono in grado di fare uno spettacolo che corrisponde alle idee del compositore. Anche da questo punto di vista il Guglielmo Tell ha attirato la mia attenzione.

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Al momento di comperare i biglietti avevamo evitato la data del 14 maggio a causa della finale di Europa League a Torino. Chi poteva pensare che proprio al momento della nostra uscita dal teatro, in pieno centro citta’, tutti i tifosi avrebbero salutato la Juventus che stava per partire? E’ stata un’immagine che ci ha fatto impressione 😉

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Un’altra sorpresa del week-end e’ stata una splendida mostra sui PreRaffaelliti. E’ arrivata a Torino da Mosca. Termina il tour mondiale dopo di cui tornerà in Inghilterra. Purtroppo nella mia citta’ natale c’erano sempre lunghissime file e non siamo riusciti di visitarla. Valeva proprio la pena di venire a Torino anche per questo importantissimo evento culturale. Qualche capolavoro di questa mostra e’ proprio fantastico!

Allora, ho raccontato di tutti i grandi eventi del week-end scorso. Mancano un paio di notizie curiose:

tell11— al mercato dell’antiquariato Isa ha scambiato qualche parola con Luciana Littizzetto. In Italia e’ facile incontrare i personaggi famosi nelle vie delle citta’. Fanno una vita normale: vanno negli stessi posti dove vanno
tutti. Molti di loro sono persone semplici e ti parlano con piacere.

tell12— la presenza di Andrea Battistoni nel nostro piccolo hotel, dove ci piace alloggiare sempre quando siamo a Torino.

Lo sciopero all’italiana e’ un bene o un male?

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Chi va spesso all’opera e compra i biglietti online mi capisce bene.

Di solito organizziamo i nostri viaggi in anticipo: guardo il repertorio dei teatri e scelgo gli spettacoli. Qualche settimana fa, tra le esibizioni per me interessanti, avevo notato anche La Carmen al Teatro Carlo Felice di Genova. Abbiamo pensato di andare ad una delle prime serate perche’ mi piaceva il cast: Sonia Ganassi, Francesco Meli e Alexander Vinogradov. Purtroppo, per diversi motivi, non siamo riusciti ad andare a Genova proprio in quel periodo. E oggi ho capito che siamo stati fortunati: i primi tre spettacoli sono stati annullati per lo sciopero del personale del teatro.

L’informazione sul sito delle prevendite spiegava: Tutti coloro che hanno acquistato i biglietti possono ritirare i loro soldi o cambiare la data dello spettacolo.

Pero’ ora mi viene in mente una domanda: nessuno del personale, e soprattutto dell’amministrazione del teatro, pensa al pubblico? Credo di no! E naturalmente neanche pensa al prestigio del teatro.

Mi stupisce sempre questo modo italiano di cercare di risolvere i problemi. Le persone che vanno all’opera, soprattutto gli appassionati, organizzano sempre le loro visite molto in anticipo. I biglietti comprati su Internet non si possono cambiare online, ne’, tanto meno, si puo’ andare a ritirare i soldi per uno spettacolo cancellato.

Se vai all’opera in un altra citta’ devi pagare l’albergo, e a volte anche l’ aereo. E cosa deve fare lo spettatore in questa situazione? Chi gli da’ indietro i soldi del viaggio.

In questa situazione, la persona «tradita» deve recarsi al teatro per forza non per il piacere di ascoltare un’opera desiderata, ma per ritirare i suoi soldi. Ma se si abita in un’altra citta’ o in un altro Paese??

Dopo queste brutte esperienze non viene piu’ voglia di andare a quel teatro.

Questo sciopero non e’ un modo per rovinare ancora di piu’ la cultura italiana?

Concerti degli Angeli Custodi

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Anche solo l’attesa di una serata piena di bellissime musiche suonate da bravissimi musicisti e’ un grande piacere. Il concerto del 7 maggio all’Oratorio degli Angeli Custodi era molto atteso e non ci ha deluso! Anzi,
e’ stato un doppio piacere. Il pianista Federico Nicoletta lo conosciamo da qualche anno e aspettiamo sempre le sue esibizioni. Invece il quartetto composto da Grazia Raimondi, Katia Mattioli, Daniele Iannaccone e Sebastiano Severi l’abbiamo ascoltato per la prima volta ed e’ stata una scoperta
fantastica. Il concerto, che e’ durato quasi due ore, e’ terminato con un grandioso bis.

Credo sia stato un inizio fantastico per la nuova stagione concertistica. Questa volta non voglio scrivere molto. Voglio solo invitarvi ad ascoltare diversi pezzi musicali di questa serata.

Il crollo di casa Usher

 

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Petr Il’ic Chajkovskij e’ uno dei miei compositori russi piu’ amati. Invece tra i compositori italiani, per me, al primo posto rimane sempre Verdi. Non so quanti libri ho letto sulla vita di questo grande italiano e quante volte ho riguardato l’omonimo sceneggiato televisivo girato da Renato Castellani. Riguardo a Giacomo Puccini, invece, ci sono voluti anni prima di poterlo apprezzare. Ma questa e’ un’altra storia e ve la racconto la prossima volta.

Puccini adorava la sua citta’ natale, Lucca. Dopo i suoi studi a Milano sognava di ritornarci e viverci scrivendo le sue opere. Ma una complicata storia d’amore non gli permise di realizzare questo sogno.

In questa piccola e stupenda citta’ italiana sono nati anche altri famosi musicisti: Alfredo Catalani e Luigi Boccherini.

Il 4 maggio i Lucchesi hanno incontrato un altro musicista «di casa», il giovane Federico Favali. Al teatro della citta’ hanno dato la prima della sua opera, » Il crollo di casa Usher» . Credo sia stata una serata importantissima per l’ autore. Nonostante fosse un’opera prima, la sala era piena.

Per me e’ stato interessante ascoltare questo lavoro, non solo perche’ conosco Federico ma anche perche’ volevo vedere come aveva interpretato il famoso racconto di Edgar Allan Poe. E poi ero curiosa di ascoltare un’opera contemporanea italiana. Devo ammettere che il lavoro di Federico non e’ quel tipo di musica italiana a cui e’ abituato il mio orecchio. Sarebbe difficile canticchiare per strada un’aria della sua opera come si fa con le arie di Puccini o Verdi. Il suo, credo sia un altro tipo di musica, e ora capisco perche’ a Federico piaccia tanto «La sagra della Primavera» di Stravinskij ;-). Non vi so dire se ora posso apprezzare questo tipo di musica (credo sia una questione di tempo e di esperienze musicali), ma quello che ho visto e sentito a teatro il 4 maggio e’ stata una esperienza nuova e senza dubbio molto interessante.

Penso anche che non sia stato facile musicare e mettere in scena questo racconto di Poe. Lo spettacolo e’ stato molto interessante e certamente non e’ giusto descriverlo, perche’ per apprezzarlo bisogna ascoltarlo e vederlo a teatro.

Caro Federico, spero sia stato il primo successo di molti! Ti auguro di tutto il cuore di avere una lunga vita artistica e chissa’ se tra cent’anni di Lucca parleranno non solo come della citta’ natale di Puccini, Catalani e
Boccherini ma anche di Favali ;-).

PS: In Russia ci sono delle splendide tradizioni, una delle quali riguarda il teatro. Da noi dopo uno spettacolo o dopo un concerto, agli artisti regalano dei fiori. E’ un modo semplice ma molto carino per ringraziare gli artisti che vi piacciono. La sera dello spettacolo sono stata l’unica a portare un mazzo dei fiori a Federico, forse perche’ sono stata l’unica russa in sala? 😉 In Italia andiamo spesso sia ai concerti sia all’opera ma non ho mai visto nessuno portare dei fiori agli artisti. Non esiste una tradizione simile anche in Italia?

Giorno della Grande Vittoria

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Il 9 maggio e’ una delle feste piu’ importanti in Russia. E’ il «giorno della vittoria con le lacrime agli occhi».
Per l’Unione Sovietica, il 9 maggio fini’ la Seconda Guerra Mondiale, la piu’ paurosa nella storia del mondo e in quella del nostro popolo. Il 22 giugno 1941, senza una dichiarazione di guerra, i nazifascisti aggredirono l’USSR. Furono 4 anni lunghissimi di dolore e sofferenze. Non c’e’ famiglia che non abbia perso un marito, un figlio, un padre, una madre, dei fratelli. 27 milioni di «russi» caduti.

MAI dobbiamo dimenticare quanto dolore ha portato il nazismo a tutti i popoli.
Dobbiamo ricordare sempre tutti che hanno dato le sue vite per la pace, che sono caduti per una vita senza guerre. Il popolo russo e’ un popolo vincitore! Ecco perche’ il giorno del 9 maggio e’ cosi’ importante per tutti noi!

Quando era vivo mio nonno, tutti gli anni andavamo da lui per passare questa festa insieme. Aveva fatto la guerra come pilota militare. A tavola, davanti al televisore, guardavamo insieme la parata, in cui lui aveva partecipato di persona due volte.
La televisione trasmetteva tutto il giorno film russi sulla guerra: profondi, emozionanti, che facevano vedere tutto lo spirito della gente russa nella battaglia contro il nemico e l’eroismo dei nostri soldati.

Cosi’ immersi nei ricordi, passavamo insieme tutta la giornata che terminava sempre con i fuochi d’artificio in Piazza Rossa. Ormai da 69 anni il 9 maggio comincia sempre con la parata in Piazza Rossa e finisce con i fuochi d’ artificio. Cosi’ come accadde il 9 maggio del 1945 quando tutto il popolo «russo» era felice di aver vinto, essere sopravvissuto e aver salvato la nostra terra dal nazifascismo.

Oramai, molte di quelle persone anziane ci hanno lasciato: anche mio nonno. Ma ogni anno, in questo giorno, ricordiamo tutti i caduti sia in Russia sia nelle terre lontane, includendo anche i popoli europei.

E’ il giorno della memoria. Alle 18 in Russia c’e’ «un minuto di silenzio». Per un minuto la radio e la televisione smettono di trasmettere, tutti rimangono in silenzio nel ricordo di tutti i caduti nella Seconda Guerra Mondiale.

Ricordate sempre anche voi com’e’ fragile questo mondo, dove non deve esserci posto per la rabbia e per l’odio. E ricordate sempre che il popolo che ha sopportato TANTO dolore e TANTE perdite nella Seconda Guerra Mondiale sa troppo bene il prezzo della guerra e il pericolo del fascismo e sempre cercherà di risolvere qualsiasi conflitto «senza armi».

 

In citta’

 

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La nuova stagione concertistica all’Oratorio degli Angeli Custodi

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Quest’anno i Concerti degli Angeli Custodi presentano un programma fantastico. Per tutta la stagione avete la possibilita’ di godere delle esecuzioni di bravissimi musicisti e artisti italiani.

Il periodo concertistico comincia il 7 maggio con il concerto del giovane e già conosciuto pianista Federico Nicoletta. L’anno scorso ha colpito il pubblico con un programma dedicato al bicentenario della nascita del grande Giuseppe Verdi. La sua esibizione dei brani più celebri del grande compositore, insieme a Simone Nicoletta, ha avuto un grandioso successo. Quest’anno e’ particolare per Federico. E’ uno dei finalisti del Concorso Pianistico Liszt, che si svolge a Utrecht nel mese di ottobre. Gli auguro di tutto cuore di essere il migliore!

Un altro grande talento italiano vi regalerà un recital pianistico il 12 giugno: Roberto Giordano. Qualche anno fa sono rimasta molto colpita dalla sua esibizione all’Oratorio degli Angeli Custodi. Quel concerto era pieno di bellissime musiche e la sua interpretazione e’ stata davvero indimenticabile.
Senza dubbio sia Federico Nicoletta sia Roberto Giordano sono due perle di questa stagione concertistica. Sono sicura che il nuovo incontro con questi musicisti vi regalera’ delle emozioni fantastiche.

E finalmente il terzo recital pianistico si svolgera’ il 20 luglio. Questa volta suonera’ per voi il giovane pianista lucchese Aldo Dotto. Credo che anche questo sia un concerto da non perdere! L’ho ascoltato in questi giorni a Lucca e la sua esibizione dell’intermezzo di «Manon Lescaut» di Puccini mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.

Tutti gli altri artisti non sono meno interessanti e certamente vale la pena di dare un’occhiata a tutto il programma.

 

Obiettivo nuovo

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Design industriale russo

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Casa-museo di Konstantin Sergeevic Stanislavskij

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Sono nata a Mosca. Da molti anni cerco di conoscere bene questa citta’ ma ogni volta capisco che non ho ancora visto tante cose. La capitale della Russia e’ come una grande scatola piena di gioielli. Ormai non e’ facile trovarli perche’ tanti sono nascosti dietro l’architettura contemporanea: palazzi storici; tenute; case di grandi poeti, scrittori e artisti; chiese e monasteri; giardini e parchi; musei e gallerie. E chissa’ se e’ possibile vedere e visitare proprio tutto.

Mosca conserva la storia di quasi 9 secoli e rimane sempre qualcosa che non avete visto e di cui non avete ancora sentito parlare. Meglio cosi’!

Piu’ conosco la mia citta’ natale piu’ la amo, ma negli ultimi 20 anni e’ cambiata molto. Sono stati costruiti diversi palazzi contemporanei che non sono tanto belli. Ma rimangono sempre le vie, le case e gli angoli storici. Ce ne sono tanti e, per goderne, basta sapere dove si trovano.

Uno dei posti poco visitati ma molto significativi e’ la casa-museo del grande attore russo, e fondatore del famoso «metodo Stanislavskij»,Konstantin Sergeevic Stanislavskij. In questa casa lui visse dal 1921 e vi mori’ nel 1938.

La famiglia Alekseev (Alekseev e’ il vero cognome di Konstantin, mentre Stanislavkij e’ uno pseudonimo teatrale) era ricca. Erano commercianti e proprietari di qualche tenuta di Mosca dove viveva tutta la famiglia. Dopo la Rivoluzione del 1917, come molti altri negozianti, diventarono «lishenzy», ovvero furono privati dei diritti civili. I loro beni vennero sequestrati e la famiglia rimase senza casa. In quel momento Stanislavkij era gia’ famoso in tutto il mondo ma, solo grazie all’aiuto di Anatolij Lunacharskij, gli furono concesse 4 delle numerose stanze di una tenuta dell’Ottocento in vicolo Leontievskij 6, vicino al centro della citta’.

Qua nel 1948 fu organizzata la casa-museo del grande attore russo.

Nella tenuta potete vedere il vero arredamento di Konstantin Sergeevich: mobili, cose personali, libri e documenti, regali e numerose fotografie, costumi degli spettacoli e tante altre cose interessanti. Devo amettere che le custodi di questa casa-museo sono persone straordinarie che amano il loro lavoro: potete ascoltare da loro tutta la storia della famiglia Alekseev, dell’attivita teatrale di Stanislavskij e di ogni oggetto che vedrete qua.

Per visitare il museo dovete comperare un biglietto che costa 150 rubli (circa 3 euro). Se volete fare delle fotografie basta pagare altri 150 rubli. Siamo venuti qua in una domenica e abbiamo pensato di visitarlo tutto in un’ora. Invece ci siamo rimasti per di piu’ di 2 ore che sono passate velocemente.

Quel giorno tornando a casa io pensavo alla cultura russa, al grande uomo e artista Konstantin Stanislavkij, il cui metodo e’ conosciuto da tutti gli attori del mondo. Pensavo alla famiglia Alekseev, ai suoi membri che amavano l’arte e il teatro e, come molti mecenati russi del Novecento, facevano molto per la cultura in generale e soprattutto per l’arte teatrale.

Ho voluto rileggere Mikhail Bulgakov. Il suo pezzo teatrale «I giorni di Turbiny» (che e’ il romanzo «Le guardie bianche» rielaborato per il teatro) e’ stato messo in scena ed e’ diventato lo spettacolo piu’ famoso e significativo del teatro di Stanislavskij. Ora voglio sapere di piu’ del metodo Stanislavkij e leggere il suo libro «La mia vita nell’arte».

Tutti questi libri sono gia’ sul mio tavolo e aspettano il loro turno. Ma a voi, miei cari lettori, vorrei dare un consiglio: non perdete l’occasione di visitare anche questa tenuta quando venite a Mosca. Questo posto non vi deludera’ anche se non siete studenti di una accademia teatrale. Vale la pena vedere una delle piu’ antiche tenute di Mosca e godere l’atmosfera teatrale di questa casa.

Nei diversi anni da Stanislavkij, in vicolo Leontievskij 6, sono passati Mikhail Bulgakov, Isadora Dunkan, Romain Rollan e molti altri.