Mozart, Dvorak e Brahms

 

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Avere degli appassionati che ti seguono in ogni concerto e’ una cosa molto positiva per un musicista.

Lo stesso vale per il pubblico, che va sempre con grande entusiasmo agli spettacoli dei suoi artisti preferiti.

Cosi’ accade anche a noi quando a Lucca suona il nostro amico Federico Nicoletta, giovane e bravissimo pianista.

Questa volta, in duo con il violinista Paolo Ardinghi, ha presentato un fantastico programma.

Il concerto e’ cominciato con la «Sonata in Fa maggiore» di Mozart. I successivi «Quattro Pezzi Romantici op. 75» di Dvorak sono stati semplicemente meravigliosi! La serata e’ terminata con la «Sonata N3 in Re
minore op 108» di Brahms, difficilissima ma talmente bella!

Ho trovato molto affascinante anche l’idea di fare precedere ogni pezzo da una breve introduzione, cosa fatta molto bene da Fabio Menchetti.

E ora vi propongo di ascoltare due brani di questo concerto.

 

Roberto Giordano a Lucca


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Il 12 giugno il pianista Roberto Giordano ha presentato a Lucca un programma composto da opere di R.Schumann, F.Schubert, A.Grunfeld e M.Ravel.

Tra i numerosi concerti dell’Oratorio degli Angeli Custodi, il suo e’ stato uno dei più attesi per noi, per diversi motivi.

Ascoltare un bravissimo musicista che suona con il cuore e con l’anima e’ un gran bel regalo per il pubblico. Siamo stati fortunati ad averlo ricevuto due volte.

Anzi, fortunatissimi sono tutti coloro che lo conoscono di persona e possono godere la sua compagnia. Roberto e’ una di quelle persone rare che arricchiscono la vita di chi lo incontra. Oramai lo so di sicuro.

Il giorno dopo il concerto abbiamo registrato un’intervista. Con Roberto abbiamo parlato molto di musica e della sua vita. E’ stata una conversazione lunga e molto interessante. Spero di riuscire a trasmettere la bellezza e la ricchezza del suo mondo intero anche ai miei lettori.

Cara Emanuela, devo ringraziare te e il destino per il dono che ci avete fatto!

 

 

Don Pasquale di Stefania Paneghini

 

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Don Pasquale a Montecarlo

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NON PERDETE L’OCCASIONE!

Stasera e domani pomeriggio al Teatro dei Rassicurati, a Montecarlo, Lucca Opera Festival presenta il Don Pasquale di Gaetano Donizetti! Non perdete l’occasione di vedere uno dei divertentissimi spettacoli!

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I topi hanno paura della pioggia? No! Se sono firmati Marc Jacobs

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Gli stivali di gomma sono utilissimi quando piove. Molti anni fa li producevano tristi: tutti uguali e di colori scuri. Ora ce ne sono tanti belli e colorati, con il tacco e senza. Oramai anche questo oggetto e’ diventato alla moda.

Vi faccio vedere i miei «stivaletti» di gomma estivi ;-). Sono un amore perché sono una replica di famose scarpe di pelle di Marc Jacobs. Second me, Jacobs ha fatto un gran bel lavoro. Ora le sue appassionate (tra cui ci sono anche io) non rovinano le loro scarpette di pelle quando piove, ma portano questi ;-).

Daniil Trifonov

Trifonov1Per tutto il mese di maggio, Brescia e Bergamo ospitano il 51-esimo festival pianistico internazionale. In questo periodo al Teatro Grande di Brescia e al Teatro Donizetti di Bergamo si esibiscono i migliori musicisti: tanti concerti, molti nomi di fama mondiale.

Quest’anno al festival si possono ascoltare dei fantastici esecutori russi, tra cui i pianisti Daniil Trifonov, Boris Berezovskiy, Alexandr Romanovskiy, Alexei Volodin, Yulianna Avdeeva, Grigory Sokolov, il violinista Sergey Krylov,i direttori d’orchestra Yriy Temircanov e Vladimir Fedoseyev. Sono tutti veri e propri gioielli della cultura russa e bei rappresentanti della famosa scuola musicale russa.

Guardando il programma di questa stagione concertistica, intitolata «Rachmaninov e la Russia», avremmo voluto andare praticamente a tutti i concerti! Ma così avremmo dovuto trasferirci in queste due città per tut o il mese. Visto che e’ una cosa impossibile ho scelto solo tre concerti.

Comincio il mio racconto dal primo a cui abbiamo assistito, il 26 maggio a Brescia.

Daniil Trifonov e’ nato a Nizniy Novgorod nel 1991 in una famiglia di musicisti. Ricorda che il pianoforte c’e’ sempre stato in casa dei suoi genitori ma l’interesse per lo strumento gli e’ venuto solo all’eta di 5 anni. Ha cominciato a studiare e quasi subito i genitori hanno scoperto che il bimbo aveva l’orecchio assoluto e il talento. Hanno deciso di portarlo a Mosca. La famiglia si e’ trasferita in questa città’ e dal 2001 Daniil ha cominciato a studiare alla Scuola Gnessin nella classe della famosa maestra Tatiana Zelikman. Ha terminato i suoi studi nel 2009.

Scrive musica per pianoforte e brani da camera. Dal 2009 studia il pianoforte al Cleveland Institute of Music con Sergey Babayan.

Ha solo 23 anni ma ha già partecipato a tre importanti concorsi musicali:

il Concorso di Chopin di Varsavia (terzo premio),
il Concorso Rubinstein di Tel Aviv (primo premio)
e finalmente il Concorso Ciajkovskij di Mosca (primo premio e Gran Prix).

Ha già suonato con numerose tra le orchestre piu’ importanti e i miglior direttori d’orchestra del mondo.

La sala del Teatro Grande di Brescia era piena. Quella sera Trifonov ha presentato un programma molto interessante.

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Devo ammettere la leggerezza del suo tocco e il virtuosismo con cui suona le opere musicali. Lui non suona ma vive ogni nota. Basta guardare il suo viso, la sua mimica e i movimenti del suo corpo. Lo chiamano il pianista romantico.

Trifonov sembra instancabile. Per lui suonare e’ una delizia. Con la stessa leggerezza e un godimento immenso ha suonato anche 5 bis e credo avrebbe potuto farne anche di più 🙂

Dopo, nel foyer del teatro, ogni ascoltatore ha potuto comprare dei CD con le registrazioni di Daniil Trifonov e ottenere il suo autografo.

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Sono molto onorata di sapere che tra i musicisti di fama mondiale ci sono tanti giovani russi: Daniil Trifonov, Denis Mazuev, Yulianna Avdeeva, Seregey Krylov. Questo vuol dire che l’epoca dei grandi russi non e’ passata!

Riccardo Muti, «Verdi, l’italiano»

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L’anno scorso non ho comprato il libro di Riccardo Muti «Verdi, l’italiano» e non e’ stato facile trovarlo nelle librerie quest’anno.

Nel mese di dicembre 2013 a Roma abbiamo assistito all’Ernani. Per la prima volta abbiamo ascoltato dal vivo Riccardo Muti. Ci ha fatto un’impressione! Dopo lo spettacolo ero certa di dover comprare il suo libro.

Ora e’ quasi tutto sottolineato da me con il lapis: tante frasi e molti pensieri di Muti sono da citare e rileggere. Secondo me, tutti i registi moderni che lavorano all’opera dovrebbero leggere «Verdi, l’italiano», soprattutto quelli che «scrivono» le loro opere usando le musiche del grande italiano.
Consiglierei la lettura di questo libro anche a tutti i cantanti lirici, tutti i musicisti e tutti gli appassionati d’opera.

Muti dimostra la sua profondissima conoscenza delle musiche del grande maestro e certamente parla molto dei suoi rapporti con i capolavori di Verdi.

Mi permetto di condividere con voi qualche brano interessante di questa opera.

«Verdi non scriveva per far brillare il tenore o il soprano: scriveva unicamente perche’ voleva esprimere attraverso le loro voci i suoi sentimenti»(p. 45).
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«Bisogna ammettere tuttavia che Verdi e’ molto esigente: richiede all’esecutore un virtuosismo non solamente di velocita’ delle note, ma anche’ nel suono, nel fraseggio, aggiungendo anche indicazioni di sonorita’ vocale… (p. 49)
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«Il direttore non deve seguire il cantante: deve far musica con il cantante» (p.   52).
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«E sempre Richter, per accettare di essere diretto da me, allora giovane vincitore del Concorso Cantelli, mi convoco’ a Siena all’Accademia Chigiana e qui, a sorpresa, mi sottopose a un durissimo esame di pianoforte: dava per scontato che lo sapessi suonare. Quando vedo dei giovani, brillanti direttori d’orchestra che non mettono neanche un dito sulla tastiera, mi domando che cosa farebbero se si trovassero in una simile situazione…» (p. 58)
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«Tutte le parole dei libretti di Verdi sono a mio parere estremamente efficaci» (p.  94).
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«Mi ricordo un regista famoso che non aveva capito assolutamente nulla. Traviata, secondo atto: papa’ Germont va da Violetta e si presenta; tradotto in maniera un po’ napoletana, le vuole dire: ‘Tu sei una poco di buono e ti devi togliere di mezzo perche’ se no mi inguai la situazione famigliare’  Verdi annucia il suo arrivo con una musica che ci fa subito capire che entra un tronfione, uno pesante, non una persona piacevole; poi si indica anche il passo che deve avere, Papa’ Germont dovrebbe entrare su questa musica e subito dopo rivolgersi a Violetta: ‘Madamigella Valery?’. Questo regista, mentre l’orchestra suonava, non faceva entrare nessuno. Poi, quando finiva questa introduzione, papa’ Germont irrompeva a velocita’ supersonic  e, arrabbiatissimo, diceva: ‘Madamigella Valery?’. Questo non significa interpretazione, significa aver tradito cio’ che Verdi voleva. E’ tradimento. Non e’ questione di moderno o di antico: e’ incapacita’ di cogliere nella musica quelle indicazioni che poi ti possono permettere di fare una regia che non sia la dissacrazione del testo musicale» (p.100  ).

Il 24 maggio Carlo Verdone e’ venuto a Lucca

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Il 24 maggio Carlo Verdone e’ venuto a Lucca.

Naturalmente in sala non e’ rimasto neanche un posto libero dove stare in piedi, eppure in città non c’era nessuna pubblicità, a parte un solo articolo in un giornale lucchese pubblicato una settimana prima del suo arrivo.

Come tantissima gente abbia saputo di questo incontro per me e’ inspiegabile :-). Può darsi che qua funzioni benissimo il «passaparola» ;-).

Verdone e’ una meraviglia. Mi e’ molto simpatico sia come regista sia come attore. Molti anni fa ho studiato l’italiano guardando i suoi film. Certi mi piace riguardarli anche oggi: «L’amore e’ eterno finche’ dura», «Ma che colpa abbiamo noi», il mitico «Bianco, rosso e Verdone» e «Grande, grosso e Verdone».

All’incontro con i cittadini Carlo Verdone ha parlato de «La grande bellezza» e del suo libro «La casa sopra i portici». Sia il film sia il libro, senza dubbio, meritano la vostra attenzione. Il primo perché e’ film vero e stupendo e il secondo perché Verdone racconta la sua vita nella casa dei suoi genitori a Roma con tanto amore e nostalgia.

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Le nuove tendenze

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E ancora un po’ di tendenze nuove :-).

Da qualche anno in Italia e’ di moda portare diversi tipi di bracciali. Li portano volentieri sia le donne sia gli uomini. La mia carissima amica Isa e’ una signora di settanta anni e qualcosa che segue la moda e mi fa portare queste novita’ anche in Russia ;-).

Certamente sono sciocchezze ma molto simpatiche. In questo caso, per me e Isa, seguire la moda vuol dire fare un gioco carino. Tanto non lo prendiamo molto sul serio ;-).

Allora, ora sono di moda anche questi ciondoli-bamboline (guardate la foto).
Una me l’ha regalata Isa 😉 proprio questa volta.

Non so se gradite anche voi questa simpatica moda italiana ma io mi diverto a far parte del gioco che si intitola «essere di moda in Italia» 🙂